Ozpetek: “Napoli è diversa da qualunque altra città, ti cattura e mi manca molto”
Dic 06, 2017 - Alina De Stefano
Napoli riconfermata teatro e scenario di storie e avventure cinematografiche. Dalla commedia, alla rappresentazione di un realismo spietato fino a coinvolgere storie drammatiche dallo stile giallo, la città di Napoli è così bella, stratificata e sfumata da mille prospettive, che affascina sempre.
Infatti un grande regista come Ferzan Ozpetek ha scelto questa terra come sfondo della sua nuova pellicola Napoli Velata, un noir dai risvolti romantici.
E proprio il regista, in un’intervista rilasciata a FS news (La Freccia, rivista di Trenitalia), ha parlato così della città:
“E’ stata un’esperienza inusuale e anche un pò inquietante. Ad un certo punto uno degli attori mise un velo davanti al pubblico dicendo: metto questo velo perchè Napoli non si vede, ma si sente. Sentendola la vedrete. Quella frase è il segno della città”.
Inoltre, sullo schermo verrà proietta una Napoli diversa, forse quella meno conosciuta:
“Napoli ha tre stratificazioni: la si può vedere superficialmente e capirne le bellzze artistiche. Ma per comprenderla a pieno bisogna conoscerne le viscere, dove si mischiano magia e morte. L’idea della mistificazione della morte mi ha attratto molto. E’ stata una scelta ben precisa, quella di scegliere luoghi meno famosi. Mi hanno aperto le porte della Farmacia degli Incurabili, del bellissimo Museo Archeologico Nazionale e il Museo di San Martino. Ho raccontato i luoghi funzionali alla storia, evitando l’effetto cartolina”.
Inoltre Napoli, non è mai scontata:
“La città ha una luce diversa da qualunque altra in Italia; c’è una grande malinconia che intensifica i colori. E’ una metropoli che cattura e mi manca molto”.
Sugli attori:
“Peppe Barra è un grande artista. Avrei voluto sceglierlo prima, ma era sempre troppo giovane o troppo vecchio per le parti disponibili. Qui invece è perfetto. Ho scelto Giovanna Mezzogiorno, quando ho capito di voler raccontare la mente della protagonista e ho pensato di avere bisogno di una grande artista e attrice, e lei è perfetta. Alessandro Borghi è’ il primo attore che ho visto per il ruolo che poi ha interpretato. E’ particolare nello sguardo, ha l’ambiguità che mi serviva”
Ma c’è un filo conduttore che anima tutto:
“In ogni film ha le sue fate, in questo film sono gli occhi: I ciechi, un accendino che mi regalò Alessandro Gassman 22 anni fa che rappresenta un bulbo oculare, la scala del tesser che può sembrare un occhio o un utero e al termine delle riprese ho saputo della leggenda su Giuseppe Sanmartino, lo scultore del Cristo Velato, pare che gli strapparono gli occhi. Torna tutto”