FOTO/ Pompei, nuove eccezionali scoperte: rinvenute 14 anfore intatte
Dic 06, 2017 - Immapaola Memoli
Pompei – Il sito archeologico tra i più importanti al mondo non finisce di stupirci con i suoi ritrovamenti: presso la Schola Armaturarum, ormai nota alla cronaca per il crollo del 2010, simbolo oggi della rinascita per Pompei, sono emerse delle bellissime anfore intatte.
Dallo scorso luglio è avviato lo scavo degli ambienti retrostanti all’edificio, mai prima indagati.
Un deposito di anfore, al momento formato da quattordici reperti immersi nel lapillo, è stato riportato alla luce. Si tratta di uno dei tre ambienti individuati alle spalle della parte di struttura più nota della Schola Armaturarum.
Le anfore, rinvenute intatte, dovevano contenere olio, vino e salse di pesce. Un’anfora presenta iscrizioni dipinte in cui si leggono numeri che verosimilmente dovevano indicare la quantità e il tipo di prodotto che contenevano. Dunque l’ambiente doveva essere destinato a deposito di alimenti. La conferma deriva anche da graffiti visibili su una delle pareti dell’ambiente.
Al termine dello scavo, previsto per il mese di dicembre, le anfore saranno ricollocate in situ nell’ambito del più ampio progetto di valorizzazione del “museo diffuso” che il Parco archeologico sta adottando in più aree degli scavi, per ri-contestualizzare i reperti nei luoghi di provenienza.
Lo scavo di questo e altri ambienti vicini alla Schola Armaturarum serviranno a chiarire diversi aspetti di questo edificio a carattere pubblico militare. Ancora oggi, infatti, non è stata definita con certezza la sua destinazione: se si tratta di un deposito di armi o di una scuola di formazione per giovani pompeiani.
In corso è anche il grande cantiere di scavo nella Regio V, il cosiddetto “cuneo” (un’area di oltre 1000 metri quadri nella zona posta tra la casa delle Nozze d’Argento e gli edifici alla sinistra del vicolo di Lucrezio Frontone), dal quale ci si aspetta di portare in luce ulteriori strutture e reperti di ambienti privati e pubblici. In quest’area (sul pianoro delle regiones IV e V), inoltre, sarà previsto l’allestimento di un laboratorio di studio archeologico dei reperti che verranno alla luce e un deposito per la loro conservazione temporanea.
“Siamo contenti delle scoperte che stanno emergendo – dichiara Massimo Osanna, Direttore del Parco archeologico – Pompei ha iniziato una nuova stagione, quella di una ricerca archeologica intensa e del prosieguo della conoscenza del sito. Dopo il suo recupero, attraverso le messe in sicurezza di tutte le sue regiones, l’apertura di nuove domus restaurate, la restituzione alla fruizione di interi quartieri finora inaccessibili, grazie al recupero della percorribilità di quasi tutte le vie urbane, ci si può dedicare anche ad attività di scavo, che si affiancano alla manutenzione programmata e che consentiranno di fornire nuove ipotesi alla storia della vita quotidiana degli antichi, in alcuni casi dando risposta a quesiti irrisolti, come potrebbe essere per la Schola armatorarum”.