L’attesa è stata lunga e intrepida, ma ne è valsa la pena. La pizza napoletana, o meglio l’arte del pizzaiuolo napoletano, è ufficialmente patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Lo ha annunciato su Twitter il Ministro Martina.
Dopo 8 anni di negoziati internazionali, in Corea del Sud il voto è stato unanime, e il Comitato di governo dell’Unesco ha assegnato all’unica candidatura italiana il prezioso riconoscimento.
Esulta anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: “La pizza di Napoli, l’arte del pizzaiuolo napoletano finalmente bene immateriale del patrimonio dell’umanità Unesco. Un riconoscimento storico: grazie ai pizzaioli napoletani, che vivono ed operano a Napoli e in tutto il mondo, grazie a tutti quelli che hanno firmato per questa petizione. E’ il segno della potenza di Napoli attraverso la sua arte, la sua cultura, le sue tradizioni, le sue radici,la sua creatività, la sua fantasia. Una grande vittoria per Napoli e per la pizza napoletana”.
L’arte del pizzaiuolo napoletano è la settima “meraviglia” italiana ad essere iscritta nella Lista del patrimonio immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014).
IL TWEET DEL MINISTRO