Ripristino vigna borbonica, torna il Pallagrello: il vino che faceva impazzire re Ferdinando
Dic 21, 2017 - Federica Barbi
Come annunciato ieri, è partito il ripristino dell’antica vigna borbonica, nota come “Vigna di San Silvestro”. La vigna, che si trova all’interno del bosco di San Silvestro che faceva parte storicamente delle “Reali Delizie” dei Borbone (le tenute reali dove i Borbone si dedicavano alla caccia con le reti a beccafico), sarà nuovamente coltivata e gestita.
La Vigna aveva una struttura unica, a ventaglio, che permetteva la coltivazione di dieci diversi tipi di uva, tra cui anche l’autoctono Pallagrello, bianco e nero, scomparso ai primi del Novecento e recentemente recuperato.
Si dice che il Pallagrello facesse letteralmente impazzire re Ferdinando di Borbone, che come è risaputo faceva coltivare a San Leucio le viti che riteneva più pregiate, in una zona dove i terreni erano già da secoli vocati alla viticoltura. Lì, infatti, fece approntare un sesto di impianto di una vigna multi-varietà che contenesse i ceppi ritenuti più nobili e produttivi da lui scelti, organizzati a semicerchio in dieci braccia con un unico fulcro di partenza tale da costruire una raggiera che richiamava appunto la forma di un ventaglio.
Ferdinando, tra le varie qualità di uva presenti, prediligeva più di tutte quelle chiamate Piedimonte rosso e Piedimonte bianco, che oggi noi conosciamo come Pallagrello bianco e Pallagrello nero. I vini ottenuti da queste uve non mancavano mai sulla sua tavola e nei pranzi di corte, visto che li riteneva eccelsi.
Il vitigno sia esso bianco che nero si presume di antichissima provenienza greca e deve il nome al chicco rotondo che richiama una pallina perfetta in dialetto localmente “pallarello”. Il Pallagrello bianco e il Pallagrello nero rientrano nella Igt Terre del Volturno.
Il Pallagrello, quindi, si può considerare un vero e proprio “vino da Re”, ed è una splendida notizia che possa ritornare ad essere prodotto proprio nel territorio in cui si può dire che sia nato il suo mito “regale”.