Insigne: “Higuain? Ci ha mancato di rispetto. Gli ho detto due paroline in dialetto…”
Dic 22, 2017 - Alina De Stefano
Lorenzo Insigne, un nome e una garanzia. Il fiorente talento partenopeo si è meritato, in tutti questi anni, il titolo di frontman della squadra azzurra. Un giocatore che grazie alle sue enormi qualità tecniche, ha vissuto giovanissimo il salto di qualità che lo ha portato a giocare nella squadra del suo cuore, il Napoli, e a calpestare i terreni di gioco più importanti e ad avere un ruolo da protagonista in tanti tornei calcistici internazionali. Un successo e un sogno al tempo stesso, che come ha dichiarato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport lo deve a alla sua famiglia:
“Ho sempre pensato di diventare un calciatore e di giocare al San Paolo con il Napoli. Sono fiero di questo perché ho fatto tanti sacrifici insieme alla mia famiglia e questo è un motivo d’orgoglio per me e i miei genitori, che non mi hanno fatto mancare nulla, nemmeno nei momenti di difficoltà. Di sacrifici ne faccio ancora molti. Mercoledì, sono stato nel rione Sanità, in un istituto per ragazzi difficili e l’ho detto pure a loro: i sacrifici vanno fatti, e una volta arrivati all’obiettivo bisogna continuare. Abito ancora a Frattamaggiore e sto con famiglia e amici. So che i giocatori fanno una vita diversa, ma io sono bravo a non cambiarla del tutto restando vicino ai miei cari, che mi hanno reso ciò che sono”.
Giocare a Napoli non è facile, la pressione della piazza è sempre alta e costante e a volte l’amore della gente può anche infastidire, almeno da quanto alcuni ex azzurri hanno dichiarato ma Insigne ha un’idea diversa:
“Sono napoletano, e noi napoletani siamo molto affezionati ai giocatori. Io la vivo nel miglior modo possibile, sono spesso in centro e mi presto alle foto, perché è giusto che gli idoli siano vicini, noi calciatori dobbiamo essere orgogliosi di questo affetto. Giocare a Napoli da napoletano non è facile. Ci sto riuscendo e spero di farlo ancora per molto, che poi si parli di me anche lontano da Napoli ne sono orgoglioso, vuol dire che sto lasciando qual cosa di buono a chi mi sta intorno. È importante non smettere di sognare e lo ripeterò sempre, io ce l’ho fatta vivendo mille difficoltà e ce la possono fare tutti.”
Ritornando al calcio, alla classifica e ai punti conquistati dal Napoli, tutto è in regola per sognare lo Scudetto:
“Penso proprio di sì, ne siamo consapevoli. E’ vero siamo anche ad un passo dal titolo di campione d’inverno e si dice che chi sigla questo risultato può ambire facilmente allo scudetto, ma io preferisco essere campione in primavera… Due anni fa girammo primi, ma poi lo scudetto lo vinse la Juve. Quest’anno sarà dura per tutti, Inter e Roma sono al nostro livello, ci divertiremo . Ho sentito dire che avremmo scelto di uscire dalla Champions per pensare al campionato, ma non è così. Speravo di andare avanti in Champions, abbiamo compromesso tutto nella prima partita con lo Shakhtar, perché l’abbiamo sottovalutato, lo ammetto. Ora abbiamo un’altra competizione, proveremo a vincerla: è un trofeo importante”
Facendo un passo indietro e tornando alla sconfitta al San paolo contro la Juventus, nessuno ha dimenticato il battibecco animato tra Insigne ed Higuain in campo, dopo il goal dell’argentino. Ed è proprio il Magnifico a svelare il perchè della sua improvvisa arrabbiatura:
“Non posso dirlo, gli ho detto qualche parolina in dialetto, mi ha capito. Mi è dispiaciuto: è stato 3 anni qua, al di là della scelta che poi ha fatto e non aggiungo altro. Ha fatto gol a Torino e non ha esultato, così come a Napoli. Invece, quest’anno l’ha fatto. Avrebbe dovuto avere un minimo di rispetto per noi ex compagni, dice di essere nostro amico, invia messaggini ad alcuni di noi alla vigilia e poi ci esulta in faccia? È stata una mancanza di rispetto“
Fresco di rinnovo fino al 2022, Insigne ora pensa solo al Napoli:
“Per ora sto bene qui e spero di rimanerci più a lungo possibile. Il presidente, poi, sappiamo com’è, magari domani si sveglia e vuole vendermi (ride). A parte tutto, io vivo il momento. Poi, la vita del calciatore si sa com’è, è corta. In genere si decide sempre in due, comunque”
E infine, sui cori contro Napoli:
“Lega e Federazione dovrebbero prendere provvedimenti, perché è discriminazione così come il razzismo. Quel coro “Vesuvio lavali col fuoco” davvero non si può sentire”.