Insigne: “Higuain? Ci ha mancato di rispetto. Gli ho detto due paroline in dialetto…”


Lorenzo Insigne, un nome e una garanzia. Il fiorente talento partenopeo si è meritato, in tutti questi anni, il titolo di frontman della squadra azzurra. Un giocatore che grazie alle sue enormi qualità tecniche, ha vissuto giovanissimo il salto di qualità che lo ha portato a giocare nella squadra del suo cuore, il Napoli, e a calpestare i terreni di gioco più importanti e ad avere un ruolo da protagonista in tanti tornei calcistici internazionali. Un successo e un sogno al tempo stesso, che come ha dichiarato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport lo deve a alla sua famiglia:

Ho sempre pensato di diventare un calciatore e di giocare al San Paolo con il Napoli. Sono fiero di questo perché ho fatto tanti sacrifici insieme alla mia famiglia e questo è un motivo d’orgoglio per me e i miei genitori, che non mi hanno fatto mancare nul­la, nemmeno nei momenti di dif­ficoltà. Di sacrifici ne faccio ancora molti. Merco­ledì, sono stato nel rione Sanità, in un istituto per ragazzi difficili e l’ho detto pure a loro: i sacrifici vanno fatti, e una volta arrivati all’obiettivo bisogna continuare. Abito ancora a Frattamag­giore e sto con famiglia e amici. So che i giocatori fanno una vita diversa, ma io sono bravo a non cambiarla del tutto restando vici­no ai miei cari, che mi hanno reso ciò che sono”.

Giocare a Napoli non è facile, la pressione della piazza è sempre alta e costante e a volte l’amore della gente può anche infastidire, almeno da quanto alcuni ex azzurri hanno dichiarato ma Insigne ha un’idea diversa:

“Sono napoletano, e noi napole­tani siamo molto affezionati ai giocatori. Io la vivo nel miglior modo possibile, sono spesso in centro e mi presto alle foto, perché è giusto che gli idoli siano vi­cini, noi calciatori dobbiamo es­sere orgogliosi di questo affetto. Giocare a Napoli da napoletano non è facile. Ci sto riuscendo e spero di farlo ancora per molto, che poi si parli di me anche lonta­no da Napoli ne sono orgoglioso, vuol dire che sto lasciando qual­ cosa di buono a chi mi sta intor­no. È importante non smettere di sognare e lo ripeterò sempre, io ce l’ho fatta vivendo mille diffi­coltà e ce la possono fare tutti.”

Ritornando al calcio, alla classifica e ai punti conquistati dal Napoli, tutto è in regola per sognare lo Scudetto:

“Penso proprio di sì, ne siamo consapevoli. E’ vero siamo anche ad un passo dal titolo di campione d’inverno e si dice che chi sigla questo risultato può ambire facilmente allo scudetto, ma io preferisco essere campione in primavera… Due anni fa giram­mo primi, ma poi lo scudetto lo vinse la Juve. Quest’anno sarà dura per tutti, Inter e Roma sono al nostro livello, ci divertiremo . Ho sentito dire che avremmo scelto di uscire dalla Champions per pensare al campionato, ma non è così. Speravo di andare avanti in Champions, abbiamo compromesso tutto nella prima partita con lo Shakhtar, perché l’abbiamo sottovalutato, lo am­metto. Ora abbiamo un’altra competizione, proveremo a vin­cerla: è un trofeo importante”

Facendo un passo indietro e tornando alla sconfitta al San paolo contro la Juventus, nessuno ha dimenticato il battibecco animato tra Insigne ed Higuain in campo, dopo il goal dell’argentino. Ed è proprio il Magnifico a svelare il perchè della sua improvvisa arrabbiatura:

“Non posso dirlo, gli ho detto qualche parolina in dialetto, mi ha capito. Mi è dispiaciuto: è sta­to 3 anni qua, al di là della scelta che poi ha fatto e non aggiungo altro. Ha fatto gol a Torino e non ha esultato, così come a Napoli. Invece, quest’anno l’ha fatto. Avrebbe dovuto avere un minimo di rispetto per noi ex compagni, dice di essere nostro amico, invia messaggini ad alcuni di noi alla vigilia e poi ci esulta in faccia? È stata una mancanza di rispetto

Fresco di rinnovo fino al 2022, Insigne ora pensa solo al Napoli:

Per ora sto bene qui e spero di rimanerci più a lungo possibile. Il presidente, poi, sappiamo com’è, magari domani si sveglia e vuole vendermi (ride). A parte tutto, io vivo il momento. Poi, la vita del calciatore si sa com’è, è corta. In genere si decide sempre in due, comunque”

E infine, sui cori contro Napoli:

“Lega e Federazione dovrebbero prende­re provvedimenti, perché è di­scriminazione così come il razzi­smo. Quel coro “Vesuvio lavali col fuoco” davvero non si può sentire”.


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