Da oggi in tutte le sale cinematografiche verrà proiettato l’attesissimo lungometraggio di Ferzan Ozpetek “Napoli velata”. Una storia in cui la magia, l’amore, la passione e il mistero si intrecciano in un abbraccio perfetto, su uno dei più belli palcoscenici del mondo: Napoli.
Giovanna Mezzogiorno, una delle protagoniste che ha definito questo impegno lavorativo “molto faticoso, soprattutto nelle tre settimane che abbiamo girato di notte, ma felicissima per ciò che ne uscito fuori” ha rilasciato un’intervista ai colleghi de La Repubblica.
Le ha dato gioia l’avventura professionale o anche l’aver vissuto la città così a lungo?
“A Napoli si lavora bene e si vive bene. Alla mia infanzia e agli anni con mio padre Vittorio lego il Natale, le serate superfighe con i cugini, le feste. È sinonimo di gioia. Sono romana ma questo golfo lo adoro. Trovo la città assai risorta rispetto agli anni Novanta e Ottanta, quand’era più decadente. Non fatemi essere banale, ma non c’è paragone con Roma, scivolata in un degrado irrecuperabile. Napoli per me è luminosa. Poi se parli con Peppe Barra dice che è difficile, ma quale luogo non lo è”
Avrà letto del recente accoltellamento di un minore da parte di altri minorenni. Una notizia talmente feroce come la fa sentire?
“Avviene ovunque. Io vivo a Torino, città comoda, e ha guai altrettanto gravi. Anche per fenomeni di immigrazione. Roma è di una violenza inaudita, la gente è super aggressiva in strada. A Napoli la violenza non è tra la gente ma nella criminalità. Chi lo nega. Ma è un male parziale. È chiaro che il fatto di cronaca è orribile ma forse qui ha maggiore risonanza. Certo il mio è il giudizio di una non cittadina però anche l’ospite ha un suo valore. O no? Che poi è un valore condiviso dalla mia famiglia: durante le riprese i miei figli sono venuti qua con il loro papà. Abbiamo passeggiato, siamo stati in giro con serenità”.
Nella colonna sonora ci sono due canzoni di Enzo Gragnaniello: “Vasame” e “Senza voce” affidate ad Arisa e a Pietra Montecorvino.
“Gragnaniello lo conosco da sempre, grazie a papà. Lo considero un artista speciale, ho grande ammirazione. Dico pure che l’interpretazione di Arisa è altrettanto splendida”.
Nel film di Ozpetek ha lavorato con tanti colleghi di teatro: Barra, Pagano, Santella, Sastri…la vedremo presto in palcoscenico qui a Napoli?
“Se me lo propongono … Il teatro non dipende da me. Ha regole che mi sono estranee; forse c’è troppa politica di mezzo. Desidererei tanto portare in tournée “Sogno d’autunno” con la regia di Valerio Binasco”. Io sono prontissima a tornare qua”.