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Treni Linea 6 non passano nel tunnel, non è così: il Comune spiega come saranno

Napoli – È da qualche giorno che rimbalza la notizia che i treni che saranno in funzione sulla Linea 6 sono vecchi e e troppo grandi per passare sotto i tunnel della metropolitana. La notizia sembra essere una fake news che però è stata lanciata da molte testate giornalistiche, anche in tv come Tgcom 24, e riportata da giornalisti di un certo livello come Massimo Gramellini in un articolo del Corriere.

Insomma la faccia che ci fa Napoli è pessima e ridicola ma è tutto falso. Ad aizzarsi contro questa bufala è stato l’ingegnere Luca Toscano che afferma che il tunnel di cui si parla è un pozzo e che i treni sono divisi in quattro casse e potrebbero essere calati benissimo all’interno della metro.

Su quest’ultimo punto è intervenuto proprio il Comune di Napoli. Stamattina c’è stato un sopralluogo con gli organi di informazione nel deposito/officina della Linea 6, dove è stato fatto il punto dello stato di avanzamento dei lavori di manutenzione straordinaria dei treni.

Una cartella stampa del Comune di Napoli chiarisce proprio l’aspetto della lunghezza dei treni e della loro compatibilità con la grandezza del tunnel della Linea 6: “I convogli sono di nuova generazione, progettati e ideati secondo standard tecnologici attuali, lunghi 39 metri e larghi 2,20 metri, costituiti da 4 casse e 5 carrelli e in grado di trasportare circa 300 passeggeri. Sono equipaggiati con moderni sistemi di sicurezza della marcia conformi agli standard e normative di settore”.

Inoltre stabilisce il cronoprogramma dei lavori: “Nel gennaio 2019 sarà attivata la tratta Mostra (piazzale Tecchio) – San Pasquale, con l’utilizzo degli attuali treni esistenti da 25 metri; nel marzo 2020 saranno completati i lavori per l’estensione della linea sino a piazza Municipio e, in tempi ravvicinati saranno disponibili i primi nuovi treni da 39 metri. L’inserimento dei nuovi treni richiede la realizzazione della galleria di collegamento tra la stazione Mostra (piazzale Tecchio) e l’area dell’ex Arsenale militare di via Campegna, opere che potranno essere realizzate in tempi compatibili con l’arrivo dei nuovi treni grazie ai finanziamenti stanziati con la delibera CIPE del 22/12/2017”.

Anche il giornalista napoletano Paolo Chiariello è intervenuto a riguardo rispondendo soprattutto a Gramellini che ha ironizzato sulla questione non tenendo conto di alcuni aspetti: “La linea 6 della Metropolitana di Napoli o se piace di più LTR* (Linea Tramviaria Rapida) è una eredità della banda del pentaspartito e dei vicerè della politica Napoletana degli anni ‘90 del millennio passato. Ciò detto trovo questa ironia sul metró di Giggino non tanto offensiva per il sindaco de Magistris (che non ha bisogno del mio patrocinio legale o morale) quanto per la voglia di cambiare dei napoletani”.

“Una voglia che prescinde anche dal sindaco, col quale spesso i napoletani hanno anche forti ragioni di disaccordo ma gli riconoscono onestà, trasparenza e amore per la città. Il modo in cui Gramellini ironizza sul metró sembra chiamare in causa Giggino come se fosse lui il mandante e l’autore di quella sciagurata opera pubblica figlia della abbuffata di appalti per organizzare i mondiali di calcio di Italia ‘90. E a me pare una ironia che punta anche a dipingere, sicuramente involontariamente, i napoletani o comunque quelli che abitano sotto il Garigliano col solito cliché: ineluttabilmente persi tra criminalità mafiosa, criminalità politica, sperpero di denaro pubblico e mariuoli che non costruiscono nulla”.