Il retroscena che emerge dai primi interrogatori dei presunti responsabili dell’aggressione avvenuta venerdì alla stazione metropolitana di Chiaiano, dove intorno alle ore 18:20 il quindicenne Gaetano è stato aggredito da un branco, è raccapricciante. La polizia è riuscita ad identificare il gruppo. Il ragazzo è stato ridotto quasi in fin di vita ed ha subito l’asportazione della milza.
Come rende noto il mattino.it, dieci sono i minori identificati, di cui 4 denunciati e sottoposti ad interrogatorio fino a tarda notte. I ragazzi sono stati assistiti da genitori ed avvocati che sembravano voler difendere i propri figli consigliando loro di avvalersi della facoltà di non rispondere quando durante l’interrogatorio venivano poste domande cruciali per ricostruire i fatti.
Secondo quanto emerge dal lavoro dei poliziotti dei due commissariati di Scampia e Chiaiano, venerdì pomeriggio è stato il ragazzo di quindici anni a prendere l’iniziativa, con un atteggiamento da boss, chiamando i suoi amici e invitandoli a scendere bussando insistentemente al citofono. Il motivo di tanta fretta? “Devo spaccare la faccia di qualcuno, ora vi faccio vedere come picchio qualcuno, andiamo alla metropolitana…”
E’ stato uno dei ragazzi arrestati che ha parlato all’interrogatorio dopo aver saputo delle condizioni di Gaetano. Lo scopo era ben preciso. La missione del gruppo era quella di far male a qualcuno. Un particolare che risulta agghiacciante che fa emergere particolari di una gioventù sempre più violenta.