La produzione della prima serie di Gomorra avrebbe pagato una tangente di 5mila alla camorra per girare le ultime scene nella villa Savastano, che era la casa del boss Franco Gallo, arrestato proprio prima del ciak nella sua residenza al Penniniello di Torre Annunziata. La rivelazione choc è arrivata ieri, da un imputato del processo che si sta svolgendo al Tribunale di Torre Annunziata e che tira in ballo i vertici della produzione di Gomorra.
A parlare è stato G.A., all’epoca dei fatti ‘location manager’, impegnato a lavorare con la società che ha realizzato la fortunata serie televisiva: “Non so chi mise i soldi in quella busta. Però Raffaele Gallo aveva minacciato di non farci entrare più in casa a girare, io avevo paura perché gli avevo dato la “mano di parola” e in certi ambienti è pericoloso non rispettare gli accordi. Ricordo anche che mancavano mille euro, così li prelevai dal mio conto e glieli consegnai. Poi Cattleya me li ha rimborsati”.
Lo scorso ottobre, l’altro imputato, G.A., organizzatore generale della prima serie, aveva parlato così dell’ipotesi tangenti: “Ufficialmente dalle casse della Cattleya non sono uscite somme di denaro se non quelle rendicontate. Ma non posso escludere che possano essere stati creati fondi neri, attraverso fatture gonfiate, con i quali siano stati pagati quei camorristi”.
Ora la Procura di Torre Annunziata vuole vederci chiaro.