Dopo la bomba sganciata stamattina da “Il Mattino” e ripresa da tutti i media partenopei, la casa di produzione di Gomorra, la Cattleya, non ci sta a passare per collusa, e si difende tramite il suo manager, Riccardo Tozzi. Raggiunto telefonicamente dal quotidiano napoletano, Tozzi ha sfoggiato lo scudo allontanando le accuse: “E’ chiaro che mi sorprende. Posso solo dire che è una storia infinita, nel corso della quale ripeto e ripetiamo quello che abbiamo sempre raccontato, dentro e fuori l’aula di giustizia: gli unici soldi dati per girare delle scene in una villa di Torre Annunziata sono quelli dati – ovviamente in chiaro – all’amministratore giudiziario, il titolare della custodia del locale”.
Tozzi fa poi riferimento ad alcune intercettazioni ambientali che “scagionerebbero” la casa di produzione: “Parlo delle carte della Procura, anzi, delle intercettazioni telefoniche e ambientali che stanno a corredo di ogni iniziativa assunta in questi anni. Non c’è traccia di rapporti tra noi, quelli della produzione, e la camorra, nessun accordo sottobanco, neppure con i rappresentanti locali chiamati ad interessarsi del fitto di un immobile”.
Ma come andò, all’epoca, lo sbarco di Cattleya a Torre Annunziata? Tozzi lo spiega così: “C’era una squadra incaricata di trovare una villa che avesse le caratteristiche adeguate a rappresentare l’abitazione di un boss. Quel locale era perfetto, nulla da ridire, ci impressionò subito per la sua veridicità. Non a caso venimmo a sapere che era stato sequestrato, per cui furono stabiliti accordi con il custode giudiziario. Ovviamente si tratta di vicende che ricordo senza altri particolari, perché il mio ruolo in azienda è curare la parte creativa. Avevamo delle persone che dovevano risolvere problemi di natura logistica. Nessuno accennò a possibili scambi di denaro sottobanco anche perché non appartengono alla nostra storia. Guardi che in tre stagioni di Gomorra non abbiamo mai avuto problemi, se ci fosse stato un metodo, un modus operandi finalizzato a scendere a patti con il crimine organizzato, le assicuro che sarebbe venuto fuori”.