Marco Cappato, il radicale che aveva accompagnato dj Fabo verso il suicidio assistito, di cui la pm Tiziana Siciliano aveva chiesto l’assoluzione, non è stato nè condannato nè assolto ma sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi. È stato invece assolto da un altro reato, ovvero quello di aver rafforzato il proposito suicidiario di dj Fabo.
Cappato si autodenunciò di aver aiutato Fabo nella scelta di morire per un dovere. Per la legge italiana si tratterebbe di un reato: “aiuto al suicidio”. La pm Tiziana Siciliano aveva in un primo momento chiesto l’assoluzione del radicale. In un secondo momento aveva chiesto l’eccezione di illegittimità costituzionale.
I giudici così hanno accolto la seconda richiesta del pm Siciliano e di trasmettere tutto alla Consulta per valutare la legittimità “dell’aiuto al suicidio”.
Così si legge su Repubblica.it, il commento di Cappato: “Voglio dire grazie alla scelta di Fabiano per quello che ha fatto e che clandestinamente fanno molte persone ogni anno. E’ ora che la politica agisca, aiutare Fabo a morire era un mio dovere”.