L’Istat ha pubblicato un report sulle molestie e i ricatti sessuali sul lavoro: quasi 35 donne campane su cento hanno subito molestie sul luogo di lavoro. L’8,4% ha subito veri e propri assalti fisici da parte dei colleghi o di superiori. Il report poi si sofferma sulle diverse aree territoriali: mentre nel Centro Nord Italia sono più diffuse le molestie contro donne di tipo verbale, fisico, pedinamenti e atti di esibizionismo, al Sud Italia c’è un boom di molestie sui social network.
Quasi 9 donne del Meridione su 100 hanno subito problemi in rete. Sono le persone di età compresa fra i 14 e i 24 anni quelle a maggior rischio di subire molestie sessuali. Il tasso, in questa fascia d’età, è all’incirca il doppio di quello medio sia per i maschi sia per le femmine e scende progressivamente al crescere dell’età.
Un dato interessante è che per la prima volta sono state individuate molestie a sfondo sessuale a danno degli uomini e in particolare al Sud. Secondo i dati relativi al periodo 2014-2016 emerge che sono stati i maschi del Mezzogiorno a subire più molestie. Percentuali da record per quelle verbali, per le telefonate oscene, per i pedinamenti e per l’utilizzo di materiale pornografico come forma di sopruso.
Altro tipo di ricatto molto diffuso è quello sul lavoro, di cui recentemente si è tornato a parlare dopo lo scandalo del produttore cinematografico Harvey Weinstein accusato di violenze e molestie sessuali su alcune attrici. L’Istat stima che sono 1 milione 173 mila le italiane (7,5%) che nel corso della loro vita lavorativa sono state sottoposte a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un lavoro, per mantenerlo o per ottenere progressi nella loro carriera. Questi soprusi hanno riguardato in misura più incisiva le donne laureate (8,5%) e quelle dai 35 ai 44 anni e dai 45 ai 54 anni (rispettivamente 8,6% e 8,9%).