Scuola: Sud senza tempo pieno, al Nord come si studiasse un anno in più
Feb 20, 2018 - Giuseppe Cesareo
Se ieri nel rapporto dell’Osservatorio per la Salute è emerso un grande divario tra Nord e Sud, in materia sanitaria (qui l’articolo), non è da meno il mondo della scuola. Infatti, secondo un’inchiesta condotta da Il Mattino, per quanto riguarda il tempo pieno nelle scuole elementari si trova un ampissimo distacco che va dal 57,1% in Piemonte al 9,7% in Sicilia.
I dati per il Centrosud sono impietosi e ben noti, ma proprio per questo spesso passano sottotraccia. Il problema è che le ore in classe in più (o in meno) celano altre problematiche che spesso vengono ricondotte a quella che possa essere la richiesta o meno del servizio. Addirittura c’è chi come il Sose, la società che misura i fabbisogni standard, ha proposto al Parlamento di certificare questo divario andando contro la stessa Costituzione che garantisce (o dovrebbe) i «livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale». Il rischio, quindi, è che se ricevi meno vuol dire che chiedi meno e tutto ciò porta ad essere trattati come cittadini di seconda categoria.
La politica non ha ancora dato una risposta, ma come già accennato i numeri sono impietosi: alla fine del percorso delle elementari, è come se gli alunni del Nord fossero rimasti in classe un anno in più. Gli orari delle elementari possono svilupparsi su un minimo di 24 ore oppure su un orario settimanale di 27 o 30 ore. Solo, però, quando si arriva alle 40 ore settimanali si può veramente parlare di tempo pieno. Facendo la media in alcune regioni del Centro e del Nord si arriva a 35 ore di impegno a scuola per l’insieme degli iscritti, mentre in Campania e in Puglia la media è di 30 ore e in Sicilia si scende a 29. La differenza nell’orario settimanale, moltiplicata per i cinque anni scolastici, porta quasi ad un anno di distanza in favore delle regioni del Centronord.