Arriva la svolta nelle indagini dei tre napoletani scomparsi in Messico: quattro agenti della polizia locale, tra i quali una donna, sono stati arrestati per aver venduto ad una banda di criminali Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino.
Secondo quanto riportato da Repubblica.it, il procuratore generale Raul Sànchez avrebbe detto durante una conferenza stampa che i quattro agenti della polizia locale hanno confessato di aver “venduto i tre italiani a membri di una banda del crimine organizzato di Tecalitlàn“. Ora rischiano una condanna tra 40 e 60 anni di carcere.
Inoltre dalle indagini è emerso che Raffaele Russo si sarebbe registrato con un falso nome in alcuni hotel e che si faceva chiamare generalmente Carlos Lopez. Le autorità messicane sostengono che l’uomo aveva precedenti in Italia per frode e che si dedicava alla vendita di generatori elettrici contraffatti.