Domenica 4 marzo gli italiani verranno chiamati alle urne per le Elezioni Politiche 2018 e dovranno scegliere con il loro voto i rappresentanti della Camera dei Deputati e del Senato. Per la prima volta verrà utilizzata la legge elettorale del 3 novembre 2017 nota come “Rosatellum”. In breve, la legge prevede che:
– Il 37% dei seggi (quindi 232 per la Camera e 116 per il Senato) venga assegnato secondo il sistema maggioritario in base al numero di voti che riceveranno le varie coalizioni;
– Il 61% dei seggi (quindi 386 per la Camera e 193 per il Senato) venga ripartito in maniera proporzionale fra le varie liste in base alle preferenze espresse dagli elettori;
– Il 2% dei seggi (quindi 12 per la Camera e 6 per il Senato) venga assegnato in maniera proporzionale in base al voto degli italiani all’estero.
Dopo aver visto i punti essenziali della nuova legge andiamo a spiegare cosa cambia effettivamente una volta entrati nel seggio elettorale e tutto ciò che un elettore dovrebbe sapere per poter esprimere liberamente e pienamente il proprio diritto al voto.
Quando votare?
I seggi resteranno aperti dalle 7:00 alle 23:00 di domenica 4 marzo 2018.
Chi può votare?
Potranno votare per la Camera tutti i cittadini italiani che abbiano raggiunto la maggiore età. Per il Senato, invece, solo i cittadini che abbiano superato i 25 anni d’età.
Documenti necessari.
Per votare è necessario presentare al Presidente del seggio elettorale un documento d’identità (Carta d’Identità, patente, passaporto) e la tessera elettorale. Da quest’anno è possibile presentare anche un documento scaduto, purché sia in buono stato di conservazione: rientra nella discrezione del Presidente stabilire la validità di quest’ultimo.
width=100%Come votare?
Veniamo ora al momento più importante e complesso dopo la nuova legge elettorale. Una volta ricevuta la propria scheda, chiuso nella cabina ed aperta, l’elettore si troverà di fronte a questo:
Innanzitutto ricordiamo che l’elettore potrà esprimere il proprio voto solo scrivendo una X: qualunque altro simbolo renderebbe il voto nullo.
In questo caso l’elettore potrà apporre una X sia sul rettangolo contenente il nome ed il cognome del candidato alla guida della coalizione, sia sul cerchietto col simbolo della lista elettorale.
In questo caso, quindi con una X sul nome del candidato il voto va direttamente alla coalizione rappresentata dal candidato.
In questo caso, quindi con una X solo sulla lista scelta, il voto dell’elettore andrà sia alla lista prescelta che, in automatico, al candidato uninominale il cui nome è presente nel rettangolo sopra la lista.
L’elettore può anche segnare con una X sia il nome del candidato uninominale che la lista scelta. Il voto è valido, ma apporre due X in questo caso è superfluo dal momento che anche segnare solo la lista attribuirebbe il voto anche al candidato.
Voti nulli.
Vediamo ora in quali casi la scheda verrà ritenuta nulla:
Secondo la nuova legge elettorale non è previsto il voto disgiunto: quindi segnare con una X il nome del candidato uninominale e con un’altra una lista elettorale che non rientra nella sua coalizione porterà alla completa nullità del voto espresso.
Sarà considerato nullo anche il voto di chi contrassegnerà due o più liste, anche se nella stessa coalizione. La scheda sarà comunque nulla in qualunque altro caso in cui non sia chiara la preferenza dell’elettore.
Tagliando antifrode.
Per ridurre al minimo il rischio di brogli è stato introdotto anche un tagliando antifrode da apporre su ogni scheda elettorale prima del voto. Una volta espressa la propria preferenza l’elettore dovrà consegnare la scheda CHIUSA al Presidente di seggio che strapperà da essa il tagliando. Una volta adempiuto a questo compito sarà lo stesso Presidente a inserire la scheda elettorale nell’urna.
Tali procedure sono identiche sia per le schede della Camera sia per quelle del Senato. Le prime saranno di colore rosa, le seconde di colore giallo.