Da Morosini ad Astori: le cause della morte improvvisa degli atleti


Davide Astori, 31enne capitano della Fiorentina, è solo l’ultimo della lista di campioni che sono morti improvvisamente.

Piermario Morosini, fu stroncato il 14 aprile 2012 da un arresto cardiaco durante la gara tra Livorno e Pescara, Dani Jarque, capitano dell’Espanyol, durante il ritiro di Coverciano, morì per un attacco cardiaco. Giuliano Taccola giocava nella Roma, quando un infarto lo colpì nello spogliatoio e Renato Curi, poi, morto a Pian di Massiano.

Antonio Puerta, capitano dell’Espanyol, scomparso nel 2007 e Marc Foè, camerunese, morto durante la Confederations Cup. Il 6 maggio 2016, invece, fu la volta di Patrick Ekeng, che perse la vita durante il match di campionato tra Dinamo Bucarest e Viitorul Constanta. E poi Bernardo Riberio e Miklos Feher, giocatore ungherese in forza al Benfica.

Ma come è possibile che il cuore di atleti di questo calibro non regga?

Una morte cardiaca improvvisa che, come riporta La Stampa, colpisce ogni anno in Italia più di 1000 giovani under 35. Un’indagine condotta su oltre duemila atleti nel pieno dell’attività agonistica, tutti sottoposti a esami come l’elettrocardiogramma da sforzo, l’ecocardiogramma e l’holter.

Tra le principali cause di morte cardiaca improvvisa tra gli atleti c’è la cardiomiopatia ipertrofica, una malattia a trasmissione familiare che porta all’ispessimento delle pareti cardiache. Difficile da distinguere con il “cuore di atleta” che, dopo anni di allenamento, porta ad aver una ipertrofia del muscolo cardiaco.

Inoltre le malattie genetiche, – come spiega Silvia Priori, professore ordinario di Cardiologia dell’Università di Pavia e Direttore Scientifico degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri intervistata da ilcorriere.it –  possono sfuggire ad esami e screening perché queste patologie sono invisibili agli impulsi elettrici dell’ecocardiografia ed elettrocardiogramma. Come prima manifestazione, quindi, possono causare l’arresto cardiaco fatale.

Secondo la dottoressa difetti del DNA generano malattie del “muscolo cardiaco (come la cardiomiopatia ipertrofica, la cardiomiopatia dilatativa e la cardiopatia artimogena) oppure mutazioni del DNA che alterano le proteine che controllano il ritmo cardiaco, causando malattie in cui il cuore è predisposto ad avere aritmie gravi (sindrome del QT Lungo, Sindrome di Brugada o CPVT)“.


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