Da quando è ufficiale l’elezione a senatore di Toni Iwobi, primo di colore nella storia d’Italia, militante della Lega, sono arrivate carrellate di commenti sulla vicenda. Ai più, infatti, è sembrato paradossale che un senegalese d’origine possa fare suoi slogan come “Stop Invasione” e “Aiutiamoli a casa loro“, alla base della campagna elettorale del partito di Salvini.
La cosa non è andata giù ad uno che si trova nelle stesse condizioni anagrafiche del senatore, ma sa bene cosa vuol dire essere vittima di razzismo: Mario Balotelli. Il calciatore del Nizza ha espresso tutta la sua indignazione per la cosa attraverso il suo profilo Instagram, pubblicando una foto, con il neo senatore e Salvini, e allegando il seguente post: “Forse sono cieco io o forse non gliel’hanno detto ancora che è nero. Ma vergogna!!!“.
La risposta del leader della Lega, però, non si è fatta attendere: “Balotelli non mi piaceva in campo, mi piace ancor meno fuori dal campo“. Mentre il neo eletto ha glissato così la cosa a Radio Capital: “Preferisco ignorarlo, in questo momento. Non mi interessa quello che scrive, ne ho abbastanza delle polemiche: voglio pensare al mio territorio e al nuovo compito che mi hanno affidato. Lui è un grande giocatore e rimarrà tale, spero che si limiti a fare il suo bel lavoro, visto che è portato a farlo. Io ho due squadre del cuore: l’Atalanta e l’Inter. Se Balotelli giocasse nella mia squadra del cuore, certo tiferei per lui. Quando è andato al Milan ci sono rimasto male, visto che sono interista. La Lega razzista? Non lo è, lo dite voi“.
Ovviamente, le risposte sono piccate anche perchè Balotelli è uno che sui social è molto seguito, ma anche perchè è sempre stato un simbolo dell’anti-razzismo, soprattutto nello sport. Quindi, non si può non comprendere l’indignazione di uno che è abituato, purtroppo, e soprattutto in Italia, a subire “buuu” razzisti e a scansarsi dal lancio di banane. Indignazione che nasce dal vedere un suo “fratello” assecondare il prototipo xenofobo politico in Italia.