Le parole del dottor Antonio Marfella sulla decisione di curare il suo tumore a Milano hanno scatenato un putiferio mediatico. C’è chi lo sostiene, per lo più suoi colleghi, ma soprattutto chi non comprende la scelta di rendere pubblica, in questi termini, la sua vicenda. Nella categoria degli arrabbiati c’è anche Paola Dama, dottore di ricerca in oncologia molecolare e farmacologia all’University of Chicago, che su Facebook ha pubblicato un lungo posto in spiega perché, ancora una volta, sceglierà proprio la Campania per curarsi:
“Ero in Ohio nel 2011, quando decisi di rientrare a Napoli per sottopormi ad un intervento in tecnica laparoscopica, per un problema che si è ripresentato oggi e di cui ero stata già avvisata dal medico che continuo ad avere come punto di riferimento in Italia. Non ho avuto alcun problema a rientrare, questa volta da Chicago, per affidarmi a medici della Campania. Ho sempre considerato i nostri medici eccellenti, non solo, io studio immunoterapia e proprio al Pascale esistono validissimi medici ricercatori nello stesso ambito di fama internazionale. Mia madre ha superato un cancro al seno da 10 anni oramai ed è stata presa in cura proprio nello stesso Istituto dal primo momento”.
Poi la critica diretta a Marfella: “Sorprende appunto come si siano fatte affermazioni tanto irresponsabili ed eticamente inaccettabili nel buttare discredito su un Istituto di ricerca e cura per il cancro come il Pascale, o far credere che in Campania non abbiamo centri specializzati adeguati per quel tipo di intervento. E’ un atto vile innanzitutto nei confronti dei malati e delle proprie famiglie che si sono affidati ad un centro che nel Sud Italia è un punto di riferimento, pur tenendo conto dei gravi problemi che affliggono la nostra Sanità Pubblica. La mancanza di fiducia e rispetto nelle Istituzioni sta portando in Italia, non solo in Campania, ad una deriva sociale molto pericolosa”.