La malavita napoletana e il narcotraffico, una storia che dura da decenni, da quando i clan di Marano videro nelle droghe leggere una grande fonte di reddito. Un business nato negli anni ’90, con agganci nel Nordafrica, contatti che tutt’oggi vengono ancora sfruttati.
I Carabinieri hanno smantellato, ieri, questa rotta che va: dalle piantagioni del Marocco alla costa marocchina, per poi sbarcare a Malaga, Cadice, Valencia, Siviglia e Barcellona, fino ad arrivare in Italia. La rotta è stata ricostruita grazie a Domenico Verde, pentito del clan Polverino. “Negli anni Novanta, quando sono stato per la prima volta in Marocco – ha detto Verde agli inquirenti – il trasporto dell’hashish veniva effettuato con l’ausilio di muli. Solo da qualche anno i marocchini si sono modernizzati e il trasporto viene effettuato con camion e auto. Per la realizzare le operazioni di carico è necessario coinvolgere molte persone del posto e si utilizzano diversi segni identificativi sui panetti di hashish che servono ad individuare il fornitore“.
Queste modalità erano ancora utilizzate e accompagnate da un gergo, telefonico, costruito ad hoc per depistare gli investigatori, ma che non è bastato a celare l’attività illecita smascherata con intercettazioni ambientali.