È proprio il caso di dire che: nel mare di Napoli c’è il mondo.
Diversi mesi fa grazie al progetto di ricerca SEA.RE.N. della Sorpintendenza di Napoli finanziato dall’Università Iulm di Milano sono state portate alla luce dei reperti risalenti all’età della colonizzazione greca a Napoli. Grazie al lavoro di studiosi e ad un campo di ricerca limitato ai fondali nei pressi di Castel dell’Ovo, si è scoperta una vera e propria città sulla quale oggi sorge il castello più antico di Napoli.
Le scoperte sono state illustrate questa mattina al Palazzo Reale di Napoli dal Soprintendente ABAP per il comune di Napoli, Luciano Garella insieme a Louis Godart, Accademico dei Lincei, il Rettore e il Direttore di Studi Umanistici dell’Università IULM, Mario Negri e Giovanna Rocca,
Si tratta di una strada ancora segnata da linee verticali dovute al transito dei carri, dalla quale partono quattro gallerie fino ad arrivare ad una piattaforma tutta in tufo, che serviva ai marinari greci per armeggiare le loro navi. Una piccola porzione di antica città greca che si estende fino alla scogliera di via Partenope.
Da quella scoperta il lavoro e le ricerche degli archeologi subacquei è continuato e si prolungherà ancora per molto tempo, in attesa di nuovi rilievi e perché no di nuovi pezzi di questa città greca marina tutta da scoprire. Ciò significherebbe riorganizzare e riscrivere una storia nuova di Napoli, perché se le ricerche condurranno ai risultati sperati, questa città-porto greca che sta riemergendo, potrebbe diventare a tutti i titoli il porto più antico di Napoli, risalente a ben 25 secoli fa.