L’Agenzia ONU per i Rifugiati, l’UNHCR, ha premiato ieri le aziende che nel 2017 si sono contraddistinte per aver favorito l’inserimento professionale dei rifugiati e per aver sostenuto il loro processo d’integrazione in Italia. Quattro imprese napoletane si sono aggiudicate il premio “Welcome – Working fo Refugee Integration”, un logo che potranno esporre ed utilizzare nella loro attività di comunicazione
Una grande soddisfazione per Napoli che è sempre in linea con politiche di integrazione dei rifugiati e dei migranti proprio attraverso queste realtà. Le aziende napoletane che si sono aggiudicate il premio sono: LESS Impresa sociale ONLUS, PARTNEHOPE, La Cooperativa Sociale DEDALUS e La cooperativa Tobilì.
LESS impresa sociale ONLUS opera dal 1999 a Napoli garantendo un sistema di servizi e misure di intervento
d’inclusione sociale per migranti economici, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Tobilì è una start-up nata nel 2016 a Napoli per iniziativa di LESS Impresa Sociale. È gestita da giovani italiani e migranti ed è tesa a valorizzare le competenze culinarie dei soci coinvolti, per la valorizzazione.
PARTNEHOPE è una start-up che opera nel settore delle pulizie in provincia di Napoli. La Cooperativa Sociale DEDALUS svolge da anni attività di inclusione socio-lavorativa per le persone in condizioni di svantaggio sociale a Napoli. Nel 2016 hanno favorito l’inserimento lavorativo di una beneficiaria di protezione internazionale in un salone di parrucchieri nel quartiere Vomero di Napoli.
Oltre 50 aziende sono state insignite del logo da parte di rappresentanti della Commissione Europea, dei Ministeri del Lavoro e degli Interni, di Global Compact Network Italia e da imprenditori rifugiati di successo.
“Con gli esempi virtuosi oggi abbiamo voluto evidenziare che il settore privato rende possibile la realizzazione di percorsi di integrazione dei rifugiati condivisi e partecipativi – ha ricordato Felipe Camargo, Rappresentante dell’UNHCR per il Sud Europa – le imprese premiate contribuiscono in maniera cruciale a perseguire l’obiettivo di un modello di società inclusiva nei confronti di chi è stato costretto ad abbandonare il proprio paese a causa di guerre, conflitti e persecuzioni“.
Il progetto, sostenuto da Ministero del Lavoro, Ministero degli Interni e Confindustria, prevede che il logo venga assegnato annualmente alle imprese che, in base alle proprie possibilità, si saranno distinte per aver effettuato nuove assunzioni di beneficiari di protezione internazionale o comunque avranno favorito il loro concreto inserimento lavorativo e sociale, ed imprese che avranno incoraggiato la nascita di attività di autoimpiego.