Un anno fa veniva emessa una dura condanna per i fratelli Pellini e un altro complice, accusati di aver causato e contribuito all’inquinamento ambientale con lo sversamento e l’abbandono di rifiuti altamente tossici e nocivi nelle campagne dell’agronapoletano. A smascherare le attività illegali del trio erano stati i Carabinieri del nucleo di Acerra, che dopo un lungo periodo di indagini erano riusciti anche a mettere sotto sequestro i beni materiali appartenenti ai tre imprenditori dalla stima patrimoniale di circa 200 milioni di euro.
La condanna che avrebbero dovuto scontare i tre delinquenti era di 7 anni, ma i tre imprenditori hanno trascorso solo 10 mesi in carcere. Infatti l’altro ieri sono stati rilasciati e scarcerati. Una decisione che ha scatenato l’ira del vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, che durante l’omelia pasquale così ha commentato questa decisione della Procura, come riporta il Corriere del Mezzogiorno:
“Desta sconcerto, indignazione e rammarico la sospensione della carcerazione di industriali di Acerra riconosciuti colpevoli di un grave disastro ambientale di cui ancora oggi non è possibile calcolare gli effetti devastanti sulla salute dei cittadini, questa decisione incoraggia quanti inquinano. Allora, capisco la rassegnazione: noi sperimentiamo il fallimento delle leggi, della nostra ansia di giustizia. E Gesù crocifisso è un’immagine in cui si possono riconoscere tutti i falliti. Gesù crocifisso è un fallito, ha annunciato l’amore e si è ritrovato in croce”.