Napoli – Il 25 marzo scorso, nel corso dell’evento “Spring Science Party”, Città della Scienza ha ospitato l’esibizione “Il volo dei rapaci”, curato dall’associazione “Le Ali nel vento” e da “I falconieri dell’Irno”. Falchi, gufi e poiane addestrati si sono esibiti davanti a grandi e piccini. L’evento aveva lo scopo di avvicinare i bambini alla natura e mostrare i grandi rapaci nel modo più diretto possibile, ma molte associazioni di animalisti e naturalisti non hanno gradito.
Ardea, Lipu Campania, Wwf Italia per la Campania, Legambiente Campania, Enpa, SOA e SOS Natura hanno protestato contro l’esibizione e motivato la loro posizione con una nota: “La tutela dei rapaci, sia diurni che notturni, – spiegano – è un tema centrale per qualsiasi ente o istituzione impegnata nella salvaguardia degli ecosistemi terresti.Queste specie sono classificate come ‘particolarmente protette’ e presenti in liste di tutela sia nazionali che internazionali”.
“Nonostante tutto, con gli appositi permessi, – denunciano le associazioni firmatarie – chiunque può detenere un rapace e praticare la falconeria. Nella maggior parte dei casi i rapaci vengono detenuti esclusivamente per motivi ludici, in altri anche per motivi di lucro, per condurre spettacoli di falconeria o per attirare clienti nella propria attività commerciale. Noi riteniamo assolutamente sbagliato utilizzare la falconeria per veicolare messaggi di educazione ambientale e ancor di più che sia proprio chi possiede un falco incappucciato e legato sul suo braccio a comunicare alle future generazioni nozioni sul rispetto degli animali. Un accostamento, quello tra falconeria ed educazione ambientale, non solo assurdo, ma una vera e propria contraddizione in termini. Sarebbe come – concludono – chiamare un domatore da circo a parlare della biologia della tigre o il proprietario di un allevamento finalizzato alle pellicce a parlare della tutela di volpi e visoni.”