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Addio a Zi’ Tonino, l’ultimo sciuscià di Napoli: un mestiere antico 70 anni

Questa volta è vero: è morto l’ultimo sciuscià di Napoli, Antonio Vespa, per tutti Zi’ Tonino. Si è spento ieri alle 10.30 a casa sua all’età di 69 anni. La città perde un’altra icona, un simbolo, la storia di un mestiere, quello del lustrascarpe che come tanti è scomparso.

Foto di Gianni Simioli

Zi’ Tonino svolgeva la sua attività da sempre per le strade di via Toledo, con grande passione e con un bel sorriso. Si dice addio, così, non solo all’uomo ma anche ad un’intera professione che ha radici profonde nella storia di Napoli.

Il termine “sciuscià” deriva probabilmente dalla deformazione in dialetto napoletano del termine inglese shoeshine che stava ad indicare il mestiere del lustrascarpe. Nacque durante la seconda guerra mondiale ed era molto diffuso come termine tra gli scugnizzi napoletani (oggi è in disuso). Fu poi reso ancor più celebre dal omonimo film di Vittorio De Sica.

Durante l’occupazione degli americani erano gli scugnizzi, i giovani bambini napoletani, a lustrare le scarpe dei passanti e dei soldati. Il guadagno non era alto, giusto qualche lira per potersi permettere di comprare da mangiare. Zi’ Tonino svolgeva il mestiere di sciuscià con grande dedizione e, anche se può sembrare strano, tanti erano i suoi clienti. Anche nel suo caso il guadagno non era altissimo.

Ha raccontato di aver lustrato le scarpe di Totò, di Gina Lollobrigida fino a personaggi più recenti quali Berlusconi. Con Antonio Vespa muore l’ultimo sciuscià di Napoli e si chiude un’epoca fatta di antichi mestieri poveri ma svolti con tanto amore e passione.