Nuovi pianeti abitabili: quali sono e perché l’uomo li sta cercando
Apr 22, 2018 - Maria Luisa Cirillo
Chi non ha mai alzato lo sguardo verso il cielo e non ha mai pensato per lo meno una volta nella vita “Sarebbe possibile vivere su un altro pianeta?”. Ad oggi non abbiamo molte notizie su un possibile pianeta o satellite candidato che possa assolvere a questa funzione importante. Eppure la ricerca spaziale va avanti e anche se ad anni luce di distanza, delle risposte su possibili pianeti abitabili stanno arrivando.
Parlando del nostro sistema solare, si è sempre pensato che Marte possa essere un buon candidato. Ma purtroppo tramite lo studio da parte di sonde spaziali, il mito di Marte è sfumato. Il famoso pianeta rosso ha una dimensione poco più piccola della Terra, è poco distante da essa, ma questa piccola differenza ha fatto si che il pianeta non abbia potuto assumere sembianze simili ad essa. L’atmosfera infatti è più rarefatta. Ha poco ossigeno. L’acqua è presente sotto forma di ghiaccio. Non è possibile che diventi liquida a causa dell’atmosfera che non lo permette e ciò rappresenta un grande problema. Eppure le ricerche su di esso continuano. L’idea sarebbe quella di colonizzare il pianeta e renderlo “adatto” alla vita umana. Ma sembra ancora un’ipotesi troppo lontana.
Un altro problema che dovrebbe poi superare l’uomo è appunto il come raggiungere questi pianeti. Allontanandoci dal sistema solare e viaggiando per 40 mila anni luce un altro ipotetico candidato è LHS 1140 b. Questo pianeta sembra molto simile alla Terra e orbita intorno ad una stella nana. E’ più grande della Terra ed è sei volte più pesante di essa e sembra essere formato da roccia e metallo. Gli studiosi suppongono che sia dotato di una sottile atmosfera che s’ipotizza simile al nostro pianeta e sarà studiato per poter capire se ci sono tracce di ossigeno. Per ora sembra essere il pianeta fisicamente più simile al nostro rispetto a quelli studiati negli anni.
Infatti molti pianeti che sembravano apparentemente simili alla Terra alla fine si sono dimostrati molto più simili a Nettuno, l’ottavo pianeta del sistema solare facente parte dei giganti gassosi e dal colore azzurro con sfumature di blu. Il suo colore trae in inganno, guardandolo si potrebbe pensare ad un’immensa distesa di mare ed invece è una densa coltre di gas, veleno per noi umani.
Un po’ più vicino al nostro sistema solare invece, grazie all’osservazione del telescopio Kepler, è stato scoperto un mondo chiamato Proxima b. Esso si trova a 4 anni luce dal nostro sistema solare ed orbita intorno alla stella Proxima centauri. Sembra avere quasi le stesse dimensioni della Terra, ma ad oggi non si hanno ancora molte informazioni e si dovrà aspettare per essere studiato.
Tutte queste ricerche potrebbero portare a formulare una domanda. Perchè cercare nuovi pianeti?
La risposta è drammaticamente semplice. Il nostro pianeta nonostante sia giovane, sta subendo uno sfruttamento esasperante dall’uomo. Egli sfrutta le risorse senza preoccuparsi delle possibili conseguenze sull’ambiente. Se il pianeta non riuscisse più a mantenere le sue condizioni ideali per poter permettere la sopravvivenza degli esseri viventi la vita si estinguerebbe. Una delle soluzioni possibili rimane quindi cercare un altro pianeta che abbia le stesse condizioni della Terra.
Cosa si usa per esplorare lo spazio?
Le agenzie come l’ESA (european space agency) e la NASA hanno molti strumenti per esplorare lo spazio. Ci sono telescopi spaziali e sonde che sono dei dispositivi costruiti dai gruppi di ricerca spaziali capaci di viaggiare nello spazio e di catturare immagini significative per lo studio di corpi celesti. Essi possono letteralmente sondare un mondo alieno.
Una delle sonde mandate in passato su Marte è stata Mariner 4, la prima che nel lontano 1964 riuscì a scattare ben 22 foto del pianeta. Una significativa svolta si ebbe con la sonda Sojourner che nel 1996-1997 riuscì a procedere sulla superficie del pianeta ed a raccogliere dati sull’analisi di rocce.
Negli anni 2000 invece la Mars Odissey ha toccato il suolo di Marte portando con sè anche esperimenti scientifici per testare la sopravvivenza sul pianeta rosso. Di missioni come quelle sopracitate ce ne sono state tante e non tutte purtroppo hanno avuto successo.
Eppure gradualmente ci stiamo avvicinando al sogno di viaggiare nello spazio attraversando mondi diversi. L’esplorazione si fa anche con i telescopi spaziali, anche chiamati osservatori spaziali. Uno dei più famosi è Hubble, nato dalla collaborazione tra NASA ed ESA. Fu lanciato in orbita nel 1990 e da allora trasmette immagini spettacolari provenienti dallo spazio. Ha permesso di osservare nebulose e pianeti, buchi neri ed asteroidi e la sua autonomia si stima durerà per ben altri 7 anni.
Più recente è invece Chandra lanciato nello spazio nel 1999. Esso è più evoluto di Hubble. E’ considerato il telescopio più potente a raggi X mai realizzato. E’ capace di catturare immagini con una risoluzione altissima rendendo le foto scattate più nitide.
Il più recente è Spitzer che invece della tecnologia a raggi X usa quella ad infrarosso. Fu lanciato dalla NASA nel 2003 ed è in grado di rimandare immagini ben definite e di gran lunga più nitide dei due predecessori. Insomma tutto questo cercare nuove soluzioni per la sopravvivenza umana ci sta spingendo a progredire nella ricerca spaziale e chissà magari se un giorno saremmo davvero in grado di viaggiare da un pianeta all’altro, proprio come se fossimo i protagonisti di un libro di fantascienza.
FONTI
“A caccia della vita sulla nuova super Terra”- Le scienze
“La storia dell’esplorazione di Marte”-ESA
“Quali sono e come funzionano i principali telescopi spaziali”- Focus