Nord e Sud restano due realtà profondamente diverse. La nostra Italia Unificata di fatto presenta un’invisibile linea orizzontale giusto al centro che spacca, frantuma e divide ogni possibilità di congruenza tra l’una e l’altra. E non ci soffermiamo sul clima, il cibo, lo stile di vita o altri aspetti di vita sociale, che possono anche passare in secondo piano e con i quali è anche possibile convivere. Ma parliamo di salute e dell’efficacia sanitaria tra il sopra e il sotto dello Stivale.
Già precedenti studi hanno confermato che il tasso di mortalità generale, cioè considerando solo l’età del decesso senza approfondire le cause della morte, è decisamente diverso. E ad avere la peggio è proprio il nostro Meridione. Al Sud l’aspettativa di vita è inferiore rispetto a quella del Nord. Se al Sud si muore intorno agli 80, 81 anni al Nord la prospettiva di vita arriva anche ad 84, 85 anni. Una percentuale che vacilla e tende a diminuire se a ciò si aggiunge anche il grado d’istruzione della persona. Infatti è stato dimostrato che chi ha più titoli di studio vive di più rispetto a chi è scolasticamente svantaggiato, dimostrando come una buona istruzione e una maggiore conoscenza generale aiuti le persone a curarsi di più e ad attuare ogni forma di prevenzione.
Un ultimo studio, pur non smentendo i dati appena presentati, ne aggiunge un altro che conferma come al Sud la situazione sanitaria incida sulla mortalità del cittadino. Dallo studio presentato dall’Università Cattolica di Roma ci si sofferma sulla gestione di quelle che sono le patologie tumorali. Il risultato ottenuto conferma che al Nord c’è una maggiore attenzione alla prevenzione con la prescrizioni di esami e screening in tempi giusti. Mentre al Sud e nelle Isole le metodologie di diagnostica non sono sempre efficaci e soprattutto fatte nei tempi giusti.
A testimonianza di ciò che viene certificato, è riportato un esempio lampante: nella provincia autonoma di Trento lo screening preventivo per il tumore del colon retto raggiunge una copertura del 72% della popolazione, mentre nella regione Puglia si arriva appena al 13%.