Pompei, tutto pronto per il Gay Pride: “Il nostro Sud ha voglia di modernità”
Giu 26, 2018 - Federica Barbi
Il countdown è quasi terminato. Sabato 30 giugno, alle 16:30, partirà il Gay Pride a Pompei, un evento destinato a far parlare di sé e, sicuramente, a dividere. Il corteo sfilerà nella città mariana, sfidando così il muro religioso che avvolge la comunità.
“La città di Pompei – fa sapere il mondo LGBT (Lesbiche, Gay, Bisex, Trans) – assume nel nostro immaginario un ruolo chiave per la declinazione dei nostri temi e delle nostre rivendicazioni, una città che non sempre ha dimostrato di saper realmente accogliere tutte le differenze e le diversità e che in troppe occasioni ha mostrato la sua parte più vecchia, retrograda ed escludente. Proprio perché il nostro percorso parte da lontano, dalla storia di chi ha combattuto come movimento di liberazione, il 30 giugno partiremo da qui, perché c’è una storia di Pompei, di questi territori della provincia italiana, di un Sud con tanta voglia di riscatto e modernità, che troppo spesso non ha trovato voce narrante, di una città conosciuta in tutto il mondo, ma schiava dei suoi limiti e dei suoi pregiudizi. La stessa storia che la comunità LGBT* (Lesbiche, Gay, Bisex, Trans *) racconterà per le strade di questa città, contro chi vuole rendere clandestina la libera espressione altrui, contro le violenze di genere omotransfobiche, contro l’esclusione, l’ipocrisia, i falsi moralismi e il bigottismo”.
Una manifestazione, il Pompei Pride, che unisce le istanze di tanti (e di tante) che lottano per l’uguaglianza dai Moti di Stonewall del 1969 e che, al contempo, si scontra con le convinzioni di chi, invece, ha ancora remore e resistenze alle diversità.
Vesuvio Live ha contattato il Presidente dell’Arcigay di Napoli, Antonello Sannino, per rivolgergli due domande a pochi giorni dal Pride:
Antonello, come vi aspettate che risponda una città come Pompei a questo tipo di evento?
“Ci aspettiamo quello che succede in tutti i Pride: tanto entusiasmo, tanta voglia di capire. Probabile che ci sarà anche qualcuno che storcerà il naso, che penserà sia una provocazione, però poi quando al corteo chiassoso e colorato attraverserà le strade si renderanno conto che è un corteo pacifico. Credo anche che la città si aspetti la rottura di una cappa che l’ha depotenziata. Pompei ha delle potenzialità enormi, ma è una città che alle 22 va a nanna, una città che non riesce ad avere respiro internazionale se non per i turisti che vengono e scappano via, ma non assorbe nulla dal punto di vista culturale”.
Quanto e perché è importante che al corteo aderisca anche la gente comune?
“E’ fondamentale che aderisca la gente comune, perché è necessario fare un fronte unico. E’ importante che aderisca la comunità rom, i migranti, tutti coloro che vedono in difficoltà i propri diritti. E’ importante che aderiscano le donne perché al momento sono in discussione i diritti individuali di ognuno di noi che poi diventano i diritti di tutti. Sono in discussione i diritti civili che tanto faticosamente abbiamo conquistato. Dobbiamo fare fronte comune a chi cerca di fare una sorta di anticamera delle leggi razziali, come Salvini, che dice che i rom devono essere censiti, per fare cosa poi? I messaggi promossi e divulgati dalla marina militare italiana, che dice alle navi colme di gente disperata che scappa dalla guerra, dalla povertà, “non chiamateci più”, è l’anticamera anche quella delle leggi razziali. Oggi quindi è necessario questo fronte unico contro tutte le destre reazionarie e i populismi reazionari”.
Il corteo percorrerà le vie del centro: raduno alle 15:30 in Piazza Falcone e Borsellino; partenza alle 16:30 verso via Carlo Alberto, piazza Bartolo Longo, via Roma e via Plinio. Infine, in piazza Esedra.