L’amore vero è quello che supera ogni difficoltà e crisi. E ne esce più forte, solido e rinvigorito di prima.
Un po’ come l’affetto che lega la città di Napoli al suo capitano Marek Hamsik. Un calciatore che ha vissuto una esponenziale crescita e maturità tecnica e caratteriale in questi undici anni in cui ha vestito la maglia azzurro. Un uomo che si è meritato la fascia di capitano non solo per le prodezze in campo, ma soprattutto per la sua ligia e corretta personalità che lo ha reso un uomo spogliatoio a tutti gli effetti.
Non si esagera a dire che ad oggi, lo slovacco naturalizzato napoletano è una bandiera, un simbolo di questo Napoli. Soprattutto perchè nonostante i ghiotti e privilegiati corteggiamenti ricevuti negli anni da squadre blasonate, Marekiaro non ha mai tentennato, chiudendo ogni possibile tentativo di trattativa. Perché la risposta era sempre la stessa: “Voglio restare a Napoli e vincere con questa squadra”.
Convinzione vacillata anche se solo per poco quest’anno. Una tentazione dagli occhi a mandorla che ha fatto tremare Napoli e i napoletani. Vedere il proprio capitano partire per un’esperienza in Cina, sarebbe stato forse troppo da sopportare per qualsiasi cuore azzurro. Per fortuna uno stand-by che è durato poco, giusto il tempo di una chiamata fatta da Ancelotti, che lo ha convinto a restare alle falde del Vesuvio, pronto a investire su un giocatore che ha solo da confermare la sua immensa qualità calcistica.
E così Napoli, che ha ripreso a respirare dopo aver letto la confermata convocazione dello slovacco per il ritiro a Dimaro, ha accolto il centrocampista azzurro in arrivo all’Hotel Vesuvio per il raduno pre-ritiro con un calore immenso: “Un capitano, c’è solo un capitano, un capitano”.
Insomma, niente rancori. È tutto passato. Una sbandata senza tradimento è del tutto perdonabile. L’importante che si ritorni sempre sui propri passi. E il cammino di Marek Hamsik è ancora lastricato d’azzurro.