Una ricerca tutta italiana, coordinata da Paolo di Lazzaro dell’Enea e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia, accerta che il sangue sulla Sacra Sindone è vero ed è appartenuto ad una persona vissuta molti anni fa.
Questa arriva a meno di un mese dallo studio (pubblicato sul Journal of Forensic Sciences condotto da Matteo Borrini, dell’università di Liverpool, e Luigi Garlaschelli, del Cicap) che metteva in dubbio la veridicità del sudario che avrebbe avvolto il corpo di Cristo, affermando che almeno la metà delle macchie di sangue sarebbe falsa.
La nuova ricerca made in Italy, pubblicata sulla rivista Applied Optics, indica che il sangue apparterrebbe a un individuo percosso duramente. Inoltre la colorazione rossa sul telo sembrerebbe confermare, l’ipotesi che quest’ultimo sia appartenuto a una persona vissuta molti anni fa. Le macchie, infatti, non sono marroni come dovrebbe essere il sangue invecchiato, in quanto l’esposizione alla luce ultravioletta, come quella del sole, sembrerebbe provocare un’alterazione dei colori dovuta alla presenza di bilirubina.
Questa sostanza, rilasciata dal fegato, sembra essere solamente presente nel sangue delle persone malate di ittero o in quello di persone torturate. Infatti dopo forti percosse, i globuli rossi presenti nel sangue si rompono rilasciando bilirubina.
Questa teoria è arrivata dopo 4 anni di studi, infatti impregnando un lenzuolo di lino di quel liquido e irradiandolo con una luce ultravioletta, i ricercatori hanno dimostrato che l’interazione tra i raggi ultravioletti e la bilirubina porta ad un’alterazione del colore del sangue.
Cos’è la Sindone?
La Sacra Sindone o Santa Sindone, è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale c’è l’immagine di un uomo che porta segni dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella passione di Gesù. La tradizione cristiana riconosce l’uomo come Cristo e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.