La piaga del Caporalato non si arresta, anzi è stata riportata alla luce solo qualche giorno fa dopo la morte di 16 braccianti di origine nordafricana nel Foggiano, a seguito di uno scontro tra il furgone sul quale viaggiavano e un camion. Ammassati nel mezzo tornavano da una estenuante giornata di lavoro sui campi pugliesi per la raccolta di pomodori.
Secondo ilsole24ore i lavoratori agricoli esposti a Caporalato oscillano dalle 400mila alle 430mila unità. Operano senza nessuna tutela e sono pagati dai 20 ai 30 euro per giornate lavorative di 8-12 ore (fino a sotto 1 euro l’ora) o lavorano con una tariffa di 3-4 euro per cassoni da 375 chilogrammi.
Nell’immaginario collettivo siamo abituati a pensare a lavoratori extracomunitari, ma in realtà i migranti, come ricorda il report Flai Cgil, incidono per il 28% su circa un milione di lavoratori agricoli.
“A Salerno e provincia i furgoni carichi di braccianti partono tutte le mattine, alla stessa ora, dalle stesse piazze, guidate dai soliti caporali verso le aziende di sempre“. Lo denuncia Ciro Marino, segretario generale del sindacato Uila Uil di Salerno a Ansa. “Quei furgoni vanno fermati, i conducenti vanno arrestati, le aziende sanzionate, anche a tutela delle ditte sane che offrono buona occupazione“.
“Ormai sono anni che denunciamo, – continua il sindacalista – ma i passi che si compiono sono troppo timidi. Non faccio differenza tra immigrati e non, per quanto mi riguarda lo sfruttamento in agricoltura interessa tutti. Per questo è bene intervenire con determinazione e chi non lo fa è complice“.