Vigilante aggredito a Pianura, i figli: “Mio padre non esiste più da quel giorno”
Ago 14, 2018 - Redazione
Polizia
Napoli – Una guardia giurata di 64 anni fu aggredita a maggio da un ragazzo alla stazione “La Trencia” nel quartiere di Pianura: oggi parla il figlio di quell’uomo che ha riportato oggi dei danni permanenti dopo il risveglio dal coma cerebrale.
Si legge su ilcorrieredelmezzogiorno.it: “Nostro padre da quel giorno non esiste più, è morto. Quella persona che conoscevamo ha smesso di respirare l’8 maggio. È paralizzato nella parte sinistra del corpo, ha le allucinazioni, non riconosce a volte nemmeno me, parla guardando il soffitto, non cammina più e adesso combatte con un’infezione alle vie urinarie”.
Non solo Gennaro Schiano, la guardia giurata aggredita da un ragazzo di soli 18 anni, oggi non è più la stessa, ma la famiglia dice di non aver avuto giustizia e che si sente tradita da tutti anche dallo Stato: “Quel ragazzino di Pianura è agli arresti domiciliari per lesioni gravissime e non per tentato omicidio. Non solo è scandaloso, ma è uno schifo — parla Francesco, il figlio — Mio padre non è più autosufficiente, e frantumare il cranio a un uomo mingherlino e anziano per una banale lite è da assassini. Non si tratta di una bravata ma di un omicidio mancato”.
“Mio padre, prima di andare in coma, mi disse che aveva litigato in Cumana per uno zainetto da spostare, di essere stato seguito e di aver sentito un colpo alla schiena e contemporaneamente al volto. Forse è stato usato un oggetto, forse erano in due e questo va accertato”.
Inoltre l’assistenza di cui ha bisogno Gennaro è a carico della famiglia e la spesa è elevata. La clinica dove si trova adesso non ha più fondi per la convenzione e tenerlo lì costa dai 500 ai 900 euro al giorno, spiega la figlia Lina. “Il signor Gennaro era fuori dall’orario di servizio quando è stato aggredito e non vi è prova certa che sia stato picchiato per una reazione violenta o che non abbia egli stesso provocato” è quanto dice l’Inail.
Il ragazzo invece si è diplomato e continua a fare arti marziali mentre la famiglia della guardia giurata chiede che non pratichi più quella disciplina e che sia espulso dal Coni dove è iscritto. Una vicenda terribile in cui la famiglia è sconsolata e arrabbiata per non aver avuto ancora giustizia.