Mentre è ancora incerto il “destino” dei migranti che ormai da otto giorni sono sulla nave Diciotti, attualmente a Catania, arrivano le testimonianze di coloro che hanno assistito i 27 minori fatti sbarcare, la sera del 22 agosto, dopo un lungo braccio di ferro con il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Denutriti, spaventati e con problemi di vista. A raccontare la tragica situazione è Nathalie Leiba, psicologa di Medici Senza Frontiere. I minori hanno affrontato il viaggio da soli, a bordo della nave della Guardia Costiera, non hanno parenti e non sanno cosa li aspetta. Perlopiù arrivano dal Corno d’Africa, colpito da un’emergenza alimentare senza precedenti. Infatti, nel suo racconto la Leiba spiega: “Sono denutriti, magrissimi, scheletri ridotti pelle e ossa. Parliamo di 25 ragazzi e due ragazze, tutti eritrei tranne una somala, dai 14 ai 17 anni. Hanno affrontato un lungo periodo di detenzione in Libia. mentre altri sono stati chiusi in strutture molto piccole, come container, al buio per 8 mesi, riportando problemi alla vista”.
“Un minore – ha continuato – ha una ferita d’arma da fuoco. I trafficanti stavano litigando per chi avrebbe dovuto rapire questo gruppo di cui faceva parte e gli hanno sparato. Aveva 15 anni. Un altro giovane, invece, non riusciva bene ad aprire gli occhi aveva le pupille molto dilatate. Mi ha spiegato che è stato un anno detenuto al buio subendo vessazioni e torture, mentre i libici lo costringevano a telefonare alla famiglia in cambio di denaro”.