L’ultimo esempio, in ordine di tempo, è quello dei “portoghesi” senza biglietto. Decine di persone ammassate all’unica provvista di biglietto, per saltare i tornelli senza pagare. Il video, anzi i due video, hanno fatto il giro del web, superato i confini regionali, viaggiato da Sud a Nord, senza pietà.
Una vergogna tutta nostra, spiattellata in primo piano a chi non perde occasione per denigrare la nostra terra. Un’istantanea, su cui non c’è niente di giustificabile, niente da romanzare: è l’emblema di una parte di Napoli che non vuole crescere, che se ne sbatte dei doveri ma pretende i diritti.
Non è il singolo caso il problema, ma il sistema associativo che si è creato, in cui a perdere, tra l’altro, sono comunque gli evasori, al termine di un circolo vizioso che come risultato ha solo quello di rendere ancora più scadente un servizio che ha enormi limiti e problemi.
E la morale della favola è che i detrattori di Napoli alimentano le proprie convinzioni facendosi forza su questi episodi. Episodi che, attenzione, avvengono in tutte le grandi città d’Italia (nel 2014, un servizio di Striscia la Notizia mostrava le innumerevoli infrazioni avvenute a Roma e Milano), ma che a Napoli hanno sempre una risonanza diversa, oltre che, probabilmente, anche numeri diversi.
E se ormai sembra impossibile scardinare certi luoghi comuni che accompagnano Napoli da decenni, deve essere possibile ricostruire almeno l’immagine di una società compatta, che rispetta le regole.
Nell’immediato, servono controlli straordinari nelle stazioni e multe salate per chi evade, ma deve partire anche un lavoro di rieducazione culturale là dove è ancora sconosciuto il concetto di legge.
Sui social, intanto, è forte lo sconforto della Napoli pulita e civile. Sono in tanti ad essersi già arresi a questa insopportabile dicotomia.
IL VIDEO di Francesco Emilio Borrelli