Napoli, occupazione in calo drastico: 25mila posti in meno rispetto al 2008


L’occupazione cresce ma solo in alcune province: è questo il dato che emerge da una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro, realizzata sull’elaborazione dei dati Istat. Dall’analisi si evince che nel 2017, rispetto all’anno precedente, l’occupazione è aumentata ma solo in 57 province mentre è diminuita in 48.

In Italia si è passati da 22.757.838 a 23.022.959 occupati con un aumento del +1,2%, non distribuiti in maniera uniforme. La ricerca ha preso in considerazione un totale di 99 province italiane.

Nel Mezzogiorno si distinguono quelle di Caserta (+18.857) e Napoli (+17.801) mentre nel Centro la provincia di Roma registra il maggior aumento dell’occupazione (+36.224), davanti a quelle di Firenze (+14.988) e Latina (+10.279). Tra le province maggiori vanno segnalate anche le buone performance di Treviso (+11.181), Torino (+10.382), Trento (+5.361), Cosenza (+5.287), Verona (+3.818) e Catania (+3.306).

La ricerca di ImpresaLavoro analizza anche il saldo occupazionale dal 2007 al 2017. Solo in 40 province su 99 il livello occupazionale è tornato ai livelli pre-crisi del 2007. Negli altri 59 casi il dato del 2017 risulta invece ancora inferiore rispetto a quello di 10 anni prima.

Nel Mezzogiorno abbondano semmai le province con un saldo occupazionale negativo rispetto agli anni pre-crisi. Particolarmente significativi i dati delle province di Palermo (-39.526), Barletta-Andria-Trani più Bari e Foggia (-38.607), Messina (-32.350), Cosenza (-26.849), Lecce (-25.891) e Napoli (-25.693).

Dunque, l’occupazione è si cresciuta a Napoli rispetto all’anno scorso, ma c’è un crollo di ben 26mila lavoratori rispetto al 2008, dati che confermano la situazione drammatica della Campania ma anche del Sud in generale.


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