Sanzioni amministrative per circa 23.ooo euro, è questo il “bottino” incassato dal Comune di Napoli attraverso le operazioni di controllo intraprese dagli agenti dell’Unità Operativa Vomero, San Lorenzo e Tutela Ambientale nelle zone Ferrovia e Vasto, ai fini della sicurezza, della salute e dell’igiene pubblica e riguardanti numerosi esercizi commerciali.
L’azione di controllo, partita nel pomeriggio di ieri, si è protratta fino alle prime ore della notte. Sono stati controllati i numerosi bar e ristoranti di Piazza Garibaldi, via Spaventa e via Pica. In particolare, in queste ultime due strade sono stati comminati cinque verbali per occupazione di suolo: per tre di loro l’occupazione era totalmente abusiva, priva di qualsiasi titolo concessorio ed avveniva attraverso il posizionamento di tavoli, sedie e fioriere sulla pubblica via. Gli altri due titolari si erano macchiati, invece, “solo” di un’eccedenza rispetto al medesimo titolo. Inoltre, per quattro gestori scattava anche la sanzione per l’installazione delle insegne pubblicitarie senza alcuna autorizzazione.
Particolare attenzione è stata data anche alle condizioni igienico-sanitarie delle attività a salvaguardia della salute dei consumatori. Nello specifico venivano contestate due violazioni per mancanza dell’attestato di formazione in ambito alimentare ed una violazione per mancanza di registro di autocontrollo. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti venivano elevati 3 verbali per mancato rispetto della raccolta differenziata , in quanto i rifiuti venivano smaltiti in modo indifferenziato; 4 per il mancato registro dei carichi e scarichi degli oli esausti e 5 verbali per il mancato decoro dello spazio antistante l’attività. I controlli proseguivano nella zone limitrofe a Piazza Principe Umberto. In via Carriera Grande per un’ attività di somministrazione di cibi etnici oltre alle sanzioni amministrative per mancanza di autorizzazione alla somministrazione di alimenti, mancanza di autorizzazione sanitaria e mancata pulizia degli spazi antistanti l’attività, scattava il sequestro penale dei locali per la mancata sicurezza sui luoghi di lavoro, per la presenza di rifiuti speciali non pericolosi, e per le molestie causate dall’immissione in atmosfera di fumi di aspirazione delle cappe.