Napoli, degrado in villa comunale nell’indifferenza di tutti: “È come trent’anni fa”
Set 13, 2018 - Redazione
Foto di Dino Di Palma
Napoli – La villa comunale è in totale abbandono e degrado: la denuncia parte da Dino Di Palma sul suo profilo facebook che mostra anche delle foto. Erbacce, pavimenti con foglie, rifiuti, statue e fontane abbandonate, la villa non ha una bella faccia eppure nulla si muove.
Di Palma, che è stato assessore all’ambiente, racconta anche la sua esperienza nella giunta Bassolino. Quando iniziarono il mandato subito si mossero i comitati civici per sostenere con forza la causa della villa, anche allora preda dell’incuria, così si rimboccarono le maniche e le diedero nuova vita. Oggi invece sembra essere tornati indietro nel tempo.
“Fa male vedere la Villa comunale in un tale stato di degrado. Sembra ritornata agli inizi degli anni ’90. Il degrado dei prati, delle fontane e delle statue. La Cassa Armonica danneggiata dai vandali. Anche il viale esterno sul Lungomare è trascurato. Per non parlare di ciò che rimane dell’ex circolo della stampa, un rudere tristemente abbandonato, rifugio di fortuna di poveri disperati. A differenza di allora, però, le proteste dei cittadini si sono fatte molto meno vibranti.
Quando arrivammo a Palazzo San Giacomo, con la prima Giunta Bassolino di cui ero assessore all’Ambiente, i comitati civici posero con forza la questione del degrado della Villa. Anche allora il degrado era totale. Incuria, abbandono, prostituzione maschile e femminile, spaccio di droga. Un luogo decisamente pericoloso. Era addirittura possibile entrare con auto e moto per accedere al grande parcheggio giusto al centro dei giardini. Ci rimboccammo le maniche.
Partimmo con la recinzione per proteggerla e stabilimmo un orario di chiusura notturna. Realizzammo l’impianto di illuminazione e quello di videosorveglianza, con una centrale operativa in uno degli edifici della Villa, per renderla più sicura. Riqualificammo i viali, le fontane e le statue. Realizzammo l’impianto di innaffiamento automatico dei prati. Risultò vincente nominare un responsabile unico per la Villa e il Parco Virgiliano, che gestiva 60 unità per garantire, custodia, manutenzione del verde e pulizia.
Venti giardinieri, venti netturbini e venti sorveglianti, dotati di biciclette per controllare gli ingressi e girare per i viali. La Villa riacquistò l’antico splendore e tornò ad essere luogo di incontro e di aggregazione con iniziative culturali, concerti e, non ultimo, il valzer la mattina del Primo dell’anno per gli auguri. Oggi tutto questo non c’è più. Al di là degli sforzi di singole associazione è tornata ad essere un luogo abbandonato a se stesso. Dispiace davvero molto”.