Sono passati ventisei anni da quando il film diretto da Lina Wertmüller: “Io speriamo che me la cavo” con Paolo Villaggio, fu visto per la prima volta. In molti notarono che il film ambientato a Napoli in realtà fu girato a Taranto. A distanza di ventisei anni la storia si ripete con la nuova fiction di Rai1 “La Vita Promessa” con Luisa Ranieri, Lina Sastri, Francesco Arca, Emilio Fallarino e Primo Reggiani, con la regia di Ricky Tognazzi.
La serie girata lo scorso ottobre a Nardò, Monopoli, Taranto e Giuliano di Leuca, in alcune scene è stata ambientata a Napoli. La trama racconta la storia di Carmela Carrizzo (Luisa Ranieri), una madre coraggio che lascia la Sicilia per l’America appunto dove spera di dare ai suoi cinque figli un futuro migliore. Quella dei Carrizzo è la storia epica di una delle tante famiglie siciliane sullo sfondo del più grande esodo migratorio della storia moderna durante gli anni Venti.
Sono molti gli utenti che sui social hanno notato che i monumenti comparsi nella fiction spacciati per napoletani si trovano in realtà a Taranto. Alcuni hanno scritto: “vabbè, è talmente bello il ponte girevole di Taranto, che ci sta bene in una fantomatica Napoli” oppure commenti come: “come mai avete scelto un simbolo identitario di Taranto per una scena ambientata a Napoli? Castello Aragonese, #Ponte Girevole” oppure: “Perché fa vedere il castello aragonese di Taranto (con tanto di ponte girevole del secondo dopoguerra) se la fiction è ambientata a Napoli?”.
La serie tv co-prodotta da Rai Fiction e Picomedia e girata in Puglia, è servita anche come ambientazione per la campagna siciliana della fiction, ed è sostenuta anche da un finanziamento di Apulia Film Commission. Alcune scene sono state girate anche a Sofia in Bulgaria, in particolare modo per ricreare l’ambientazione di New York.
La serie attraverso la distribuzione di Rai Com è già stata venduta in Giappone, Usa e America Latina, si svolge nell’arco di circa dieci anni e va dal 1921 al 1930, passando attraverso la crisi finanziaria americana del 1929. E affronta diversi temi tra i quali quello dell’immigrazione. Cosa penseranno chi vedrà dall’estero la fiction? E se poi i turisti che vedranno la fiction si aspettano di trovare questi monumenti a Napoli?
Fonte: Taranto in diretta