Il miracolo è avvenuto. Il Sangue di San Gennaro si è liquefatto. Un momento importantissimo per Napoli e i suoi cittadini che vedono di “buon auspicio” lo sciogliersi del sangue del santo patrono. A celebrare la Santa Messa è stato il Cardinale Crescenzio Sepe, che ha incentrato la sua omelia sui giovani, che sono la speranza e il futuro del mondo. Gli stessi che spesso sono lasciati alla deriva, condizionati anche da esempi sbagliati, come il cardinale ha sottolineato:
“In questo giorno San Gennaro il nostro sguardo deve andare oltre la cronaca che sembra una condanna perenne per la città, con una violenza che coinvolge giovani, giovanissimi, ma anche bambini. Una città ancora malata nella sua stessa gioventù. Sembra non bastare più la nomenclatura ordinaria, delle baby gang. Sembra già superata. Le stese, poi, che sono diventate così ordinarie da non fare più notizia. Questa violenza urbana, senza capi riconosciuti, per gli esperti ha soppiantato la vecchia e la nuova camorra organizzata“.
Ed è proprio per questo motivo che è necessario intervenire, per fermare questa assurda naturalezza verso la violenza e la criminalità e mostrare ai ragazzi la strada giusta: “Ai giovani va data la ragione della speranza da incarnare, una speranza non legata all’anagrafica. Non sono pochi, infatti, i giovani che arrivano stanchi alle prime soglie della vita sociali, con porte chiuse in faccia e problemi familiari, che limitano anche il loro percorso di studi”.
E sono proprie queste enormi difficoltà che i giovani incontrano che li portano ad essere insoddisfatti e inattivi: “La delusione dei giovani non può che esser lo sconforto delle città che fa a meno della sua risorsa più preziosa: la stessa gioventù”. Una città che sembra cristallizzata nei suoi difetti e nei suoi problemi, tanto gravi che non di rado una buona porzione di giovani, che ancora sentono la forza di realizzarsi, sono costretti ad emigrare, aumentando quel fenomeno che anche il cardinale ha menzionato durante l’omelia, cioè: “la fuga di cervelli”. Giovani che scappano da Napoli per creare il loro futuro.
E quindi il cardinale conclude con un appello: “Dobbiamo fare di più, dobbiamo fare meglio perchè Napoli deve tornare a volare contando sui suoi giovani. Dire che essi sono il futuro è molto ambiguo, riduttivo. I giovani devono esser il presente. Non si costruisce il futuro se non si mettono le pietre oggi, qui, nel presente. Neanche il miglior monumento può far splendere la città come la speranza dei giovani, che va sostenuta, accompagnata”.