La notizia è stata di quelle che cambiano la storia: l’eruzione del 79 d.C. non è avvenuta ad agosto, bensì ad ottobre. Una scoperta straordinaria, certificata dal ritrovamento di un’iscrizione che conferma una tesi più volte condivisa da diversi studiosi. Tra questi, anche Alberto Angela.
Più volte, durante i suoi servizi su Pompei, il famoso divulgatore scientifico aveva sollevato dubbi circa la datazione dell’eruzione ad agosto. Già 14 anni prima, nel 2004, Angela pubblicò il suo libro “I tre giorni di Pompei; 23-25 ottobre 79 d. C.“, dove ribadì con forza questa tesi.
Una grande soddisfazione, come dichiara lui stesso in un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno: “È il coronamento di un lavoro durato venticinque anni. Ma devo sottolineare – precisa – che era una tesi condivisa anche da altri studiosi che si sono resi conto, come me, che c’erano molti elementi che non combaciavano con la data del 24 agosto“.
Angela spiega, poi, quali fossero gli elementi che lo hanno portato a ritenere errata la datazione ad agosto: “Ho trovato bracieri ancora pieni. Strano che vi fossero in pieno agosto. Ma si può confutare sostenendo che magari erano stati solo preparati per l’autunno. E poi, un copricapo di pelliccia, una coperta di lana sul letto di un bambino, un piatto con castagne e datteri. Frutta difficile da trovare in estate. Addirittura è stato rinvenuto un cumulo di melograni, forse una tonnellata, messo in un deposito a seccare. E anche sorbe. Poi, otri di vino già sigillati“.
Prosegue: “Ora basta fare un po’ di conti. La vendemmia avviene a fine settembre. Quindi si fa il vino e si mette a fermentare. Si controlla dopo i primi venti giorni, poi dopo altri venti. Ecco che si arriva ad ottobre. Ma tutto questo non era bastato a far cambiare la data ufficiale dell’eruzione del Vesuvio“.
Altra prova fu il ritrovamento di una moneta “su cui era coniata la quindicesima acclamazione all’imperatore Tito avvenuta – spiega Angela –a settembre“. Il conduttore di Ulisse, inoltre, prova a spiegare perché nella lettera di Plinio il giovane a Tacito, di fatto, fosse stata riportata una data sbagliata.
“La data era esatta. Ma oggi di quella lettera non c’è più traccia. E allora fa fede la copia più lontana nel tempo, la prima. Evidentemente fu l’amanuense che la scrisse a sbagliare. Invece di “nove giorni prima delle calende di novembre”, come appare in altre copie successive, era stato segnato “di settembre”. Incrociando poi altre scritte riusciamo a sapere anche il giorno dell’eruzione: era un venerdì“.
Infine, Angela parla della prossima cittadinanza onoraria che riceverà quest’oggi a Pompei: “È un grande onore, è il riconoscimento del lavoro svolto in venticinque anni e da parte delle persone che più possono apprezzarlo: i cittadini di Pompei“.