Michele Liguori, il vigile eroe della Terra dei Fuochi ucciso da due tumori nel 2014, è stato riconosciuto dallo Stato “vittima del dovere“. Ad annunciarlo, via social, la moglie Maria Di Buono che insieme al figlio, tramite ai suoi legali, aveva presentato ricorso contro il parere sfavorevole del Ministero dell’Interno, a marzo. “Carissimi Amici, è con la voce rotta dall’emozione e con una felicità senza pari che vi comunico che Michele, il mio Michele, è stato finalmente riconosciuto vittime del dovere“, ha scritto la donna.
“È stato un percorso assai duro quello da noi intrapreso – ha spiegato – per far sì che il lavoro, il sacrificio e la memoria di mio marito non andassero perduti e dimenticati; una dura battaglia nella quale io e mio figlio Emiliano, non siamo mai rimasti soli perché abbiamo avuto la fortuna di essere stati sostenuti dalla stupenda realtà che è il Fuori Coro. Vorrei poter dire grazie al Direttivo del Fuori Coro e singolarmente ad ognuno di voi, ma io ed Emiliano ci rendiamo conto che sarebbe impresa ardua“.
Per la richiesta della famiglia di Michele è stata anche presentata un’interrogazione parlamentare, promossa dal Presidente della Commissione Ecomafie Chiara Braga, ma i ringraziamenti maggiori vanno all’avvocato Guerra che “ha preso a cuore le vicende della nostra famiglia e ci ha rappresentato a titolo completamente gratuito“. Una battaglia vinta in nome di un uomo che si è ammalato facendo il suo dovere e che “siamo convinti ci stia guardando e sorridendo“. “Una battaglia vinta che porta con sé un significato che va oltre la vittoria“, conclude il post.
Michele Liguori è il tenente dei vigili urbani che nel 2001 ha scoperto la Terra dei Fuochi e ha perso la vita nel combattere gli sversamenti, gli interramenti e i roghi dei rifiuti tossici nell’agro aversano, anche toccando e respirando sostanze tossiche, contro tutto e tutti (ha subito anche delle minacce). Liguori morì nel gennaio 2014 stroncato da due tumori, che l’Inail ha riconosciuto come malattia professionale. Però, il Ministero dell’Interno, come detto, non lo ha mai considerato come “vittima del dovere” visto che al Comune di Acerra non risultava neanche una sua multa.