Napoli – Il quotidiano Libero ha messo in vendita, insieme alla sua ultima edizione, anche una pistola caricata con spray al peperoncino. L’idea è quella di fornire i lettori di un’arma per difendersi da qualunque aggressione. Il problema è che un simile oggetto è pericolosissimo, un’arma a tutti gli effetti che può causare seri danni alla vittima. Venderlo insieme ad un giornale potrebbe farlo arrivare nelle mani sbagliate o, comunque, mettere in circolazione strumenti lesivi.
Per questo motivo moltissimi edicolanti napoletani hanno deciso di non aderire a questa iniziativa e di non vendere l’accessorio a nessuno. Una scelta nata dalle numerose polemiche che hanno accompagnato la scelta di Libero.
“Napoli dice No alla pistola al peperoncino messa in vendita insieme a Libero e ci auguriamo che tutti gli edicolanti seguano l’esempio delle decine di rivenditori di giornali che hanno deciso di non vendere il ‘gadget’ insolito messo a disposizione dei lettori dal giornale di Feltri“.
Lo hanno detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e il conduttore de La radiazza di RadioMarte, Gianni Simioli, che, insieme a don Tonino Palmese, da sempre impegnato contro la violenza, hanno promosso una campagna di sensibilizzazione per scongiurare la vendita e l’acquisto di quella pistola.
“Sono tantissimi gli edicolanti che hanno deciso di accogliere il nostro appello, tra cui Giuseppe Parente, che ha un’edicola alla Torretta, e Fabio Di Martino, che ha un’edicola in piazza Carolina, i primi a esporre cartelli in cui si avvisano i potenziali acquirenti che loro non vendono la pistola al peperoncino” hanno aggiunto Borrelli e Simioli per i quali “quest’iniziativa è pericolosa e diseducativa per diversi motivi”.
“Tanto per cominciare nessuno potrà impedire che quelle pistole vadano nelle mani dei ragazzini e dei bambini, così come potrebbero essere scambiate per vere da qualche delinquente che potrebbe reagire usando armi vere” hanno continuato Borrelli e Simioli per i quali “l’iniziativa di Libero tende a inculcare l’idea della necessità di armarsi perché s’è scelto di mettere in vendita una pistola e non il classico spray al peperoncino”.
“Non abbiamo bisogno di iniziative come questa in un Paese in cui si ragiona sempre di più con la pancia, piuttosto che con la testa e con il cuore. Chi ci garantisce che quella pistola non venga poi usata per offendere e non per difendere? E chi ci garantisce che qualcuno pensi di usarla mettendo a rischio la sua vita perché potrebbe trovarsi di fronte a una pistola vera?” ha invece detto don Tonino Palmese.