La morte di Raffaello Bucci è il più grande mistero dell’inchiesta sui rapporti tra ultras, ‘ndrangheta e Juventus. Nell’ultima puntata di Report andata in onda ieri sera si è parlato delle prove misteriosamente scomparse dall’auto dell’ultras bianconero al momento del suicidio. All’interno del veicolo, infatti, gli agenti della polizia stradale trovarono poco o nulla.
Il 13 luglio del 2015, però, Alessandro d’Angelo – capo della security, amico di Andrea Agnelli e con lui deferito alla procura federale per l’inchiesta sportiva sui presunti favori della società agli ultrà -, consegnò alla ex compagna di Bucci le chiavi di casa ed un borsello dove l’ultras conservava documenti importanti. “Secondo la squadra mobile di Torino – dice Report – sull’auto di Bucci, dopo il suicidio, hanno messo le mani tre dipendenti della Juventus“. Il primo a perquisire la vettura fu Matteo Stasi, autista di Andrea Agnelli che disse di non aver trovato nulla.
Poi, è il turno di Daniele Boggione. E’ lui che disse di aver trovato chiavi e borsello sulla pedana del passeggero dell’auto. Nella foto scattata dagli inquirenti al momento del suicidio, però, nel posto indicato da Boggione non c’erano gli effetti personali di Bucci. E’ questo, forse, il più grande mistero di questa oscura vicenda. Jacopo Ricca, giornalista di Repubblica che si è occupato dell’inchiesta, spiega: “Questo ci fa pensare che né le chiavi né il borsello fossero con Bucci al momento del suicidio. L’ipotesi più forte è che chi era in possesso di questi oggetti fosse la persona che ha incontrato Bucci prima che si suicidasse“.
Di seguito, il video: