Riportiamo l’appello ai media di un agricoltore vesuviano, portavoce di un disagio che non ha trovato ascolto da parte delle autorità competenti. Complice l’accorpamento all’Arma del corpo Forestale la dispersione e l’esiguità di uomini e mezzi ha lasciato finora inascoltate le richieste d’aiuto. Di seguito la denuncia e le foto che documentano la portata del problema, di grande impatto ambientale.
“Queste sono solo alcune foto di una discarica a cielo aperto, a due passi dalla sede del Corpo Forestale dello Stato a Via Cifelli, Trecase, in pieno Parco Nazionale del Vesuvio.
Il terreno è di proprietà di un privato che non lo ha mai neanche recintato e, guarda caso, di fronte alla varie denunce ricevute non ha mai neanche lontanamente tentato una difesa.
Il paradosso è che i carabinieri della forestale (perché oramai tali sono diventati) ostacolano qualsiasi agricoltore o privato cittadino che brucia due sterpaglie o i resti delle potature invernali, per non parlare di piccole opere di transennamento o di abbattimento di alberi prossimi al crollo (più volte abbiamo richiesto al corpo forestale cosa dovessimo fare in caso di alberi pericolanti e la risposta è sempre stata quella di aspettarne la caduta), mentre nulla possono di fronte ad una cosa che ha un altissimo impatto ambientale.
I rifiuti, spesso ingombranti non smaltiti o e pericolosi, sono stati bruciati nell’incendio di due estati fa e a causa delle piogge e del dissesto idrogeologico scendono a valle e nelle terre confinanti come la mia, portati da fango e pietre.
Di fronte a svariate proteste la risposta dei forestali è stata lapidaria: loro possono solo accertare la presenza dei rifiuti e inoltrare denuncia alla magistratura, ma lo stoccaggio, bonifica e rimozione dei rifiuti speciali spetta al privato che ha a sua volta sversato ed incendiato, il quale nel 90% dei casi è un mero prestanome ultra 80enne nullatenente al quale poco importa di dover affrontare un processo di questo tipo.
Distinti saluti, un agricoltore ed abitante del Vesuviano“.
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