Mariarca Mennella, il figlio di 9 anni scrive al papà: “Ammazzerai anche me?”
Nov 26, 2018 - Giuseppe Cesareo
La sorella di Mariarca Mennella, uccisa dal marito nel 2017, ha raccontato come il nipotino di 9 anni ha saputo della tragedia. Il racconto è andato in onda sabato sera a Tg2 Dossier. “Il bambino chiedeva continuamente alla nonna di telefonare alla mamma, e la nonna gli diceva che la mamma non poteva rispondere al telefono perché stava lavorando. Allora il bambino insisteva per chiamare il papà. Poi il piccolo ha iniziato ad arrabbiarsi e la nonna, che stava malissimo, gli ha detto: Mi dispiace, la mamma non c’è più perché tuo padre l’ha uccisa. Il bambino l’ha saputo in questo modo“, ha raccontato la sorella della vittima.
Maria Archetta (Mariarca) Mennella venne accoltellata a morte a 38 anni, il 23 luglio 2017, dall’ex marito Antonio Ascione, pizzaiolo di 45, nell’appartamento di Musile (in provincia di Venezia) dove si era trasferita da Torre del Greco con la figlia più grande (15 anni) e il figlioletto di 9 anni. Dopo la sconvolgente rivelazione della nonna, il piccolo non parla più se non attraverso delle lettere. Proprio una di queste lettere, indirizzata al padre, evidenzia lo stato di angoscia e di paura in cui vive. “Nell’ultima lettera – racconta la zia – ha scritto al padre che ha paura che quando uscirà dalla galera ammazzerà anche lui come ha ammazzato la mamma. Il bambino non chiede nulla, ma te ne accorgi dagli atteggiamenti che gli mancano i genitori. E’ stato deluso, perché lui adorava il papà“. Ascione, per l’omicidio di Mariarca, è stato condannato a 20 anni di reclusione con il rito abbreviato.
Una vicenda che, oltre Mariarca, vede, quindi, vittime anche i due figli, soprattutto il minore che necessiterebbe di supporto psicologico. Un supporto, anche economico, che, però, lo Stato non garantisce. “E questa è la beffa –fanno sapere i legali della famiglia Mennella – La legge impone che la metà dei beni venga erogata subito alla famiglia a cui sono affidati i minori. Ma in questo caso, come in molti altri, il colpevole o è nullatenente o non aveva un lavoro fisso“.