Per la tassa sui rifiuti la Campania resta la regione più cara. A stabilirlo è l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che per l’undicesimo anno consecutivo ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini, nel 2018, per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferimento una famiglia tipo: composta da 3 persone e con una abitazione di proprietà di 100 metri quadri. Il dato media nazionale è di 302 euro, ma le differenze tra le varie zone d’Italia non mancano.
Infatti, tra la regione più economica e quella più costosa si registra una distanza di oltre il 120%. L’ampio distacco viene registrato anche per la provincia meno cara e quella più cara: la distanza è di oltre il 270%. A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (256 euro di media) che si mette davanti al Centro (301 euro) e al Sud (357 euro). Non è un caso, quindi, se la regione meno cara è il Trentino Alto Adige, con 188 euro di media, mentre la campania è la peggiore con 422 euro all’anno.
Per quanto riguarda le province, in Campania la peggiore è Salerno, con 468 euro, mentre la migliore è Avellino con 331 euro, anche se ha fatto registrare, rispetto al 2017, un aumento del 10,8%. Napoli, invece, è poco dietro Salerno con 446 euro, facendo registrare un calo, sempre rispetto allo scorso anno, di soli 2 euro. Il miglior risultato, rispetto al 2017, è di Caserta che con un -4% è passata da 420 a 403 euro, nel 2018. Per la raccolta differenziata, infine, analizzando i dati del 2017, si passa dal 64% di Benevento al 30,9% di Avellino. Napoli, dove nonostante si paghi tanto , è ancora “invasa” dai rifiuti con la differenziata che si attesta su un misero 34,5%.
Questi i dati diffusi da Cittadinanzattiva: