C’è un famoso proverbio che in questi giorni si addice alla perfezione a Napoli e a una delle ultime contraddizioni che la riguardano: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Il sindaco, Luigi de Magistris, nel luglio 2017, aveva promesso una svolta epocale nel 2019 per i trasporti napoletani. Oggi, a un mese dall’inizio dell’anno X, la situazione è la seguente: cantieri sparsi per la città; Metro 1 con disagi quotidiani al limite del ridicolo; Funicolare sospesa per epidemia collettiva tra i dipendenti.
Tutto ciò, non solo si tramuta, per i cittadini, in odissee ripetute, ritardi al lavoro, viaggi della speranza per le corse ridotte, ma anche in una facile strumentalizzazione della situazione da parte di chi, al Nord, non perde occasione per rinfacciare al Sud la sua arretratezza e i suoi (mal)costumi. Eppure, in questo caso, come dargli torto?
Ogni mattina, intorno alle 8, a Garibaldi, la banchina della Metro 1 si riempie per le poche corse e i troppi pendolari, per cui viene chiuso l’accesso alla stessa in attesa del suo smaltimento. Nel frattempo, mentre i fortunati si ammassano e si scavalcano a vicenda per entrare nei convogli, al piano “superiore” si mugugna e si urla davanti alle sbarre abbassate. Dieci, quindici, a volte venti minuti d’attesa prima di poter accedere ai tornelli e attendere la metro successiva. Uno scenario che si ripete, ogni giorno, nell’orario di punta, da mesi.
Situazione ancora più imbarazzante quella della Funicolare, che sta tenendo banco in questi giorni. Il sindaco aveva annunciato il prolungamento degli orari notturni del weekend per Metro e Funicolare, con un piccolo straordinario (al di sotto però di quello normalmente concesso) per i dipendenti. Tutto sovvertito: trattative bloccate con i sindacati, che hanno rigettato l’offerta e chiesto uno straordinario più cospicuo. Dulcis in fundo, dopo qualche ora, pioggia di certificati medici e di assenze per malattia tra i dipendenti, che non potevano essere sostituiti per questioni contrattuali. Risultato? Funicolari ferme e passeggeri a piedi.
Uno scenario che spaventa e mostra ancora una volta i limiti di una Napoli che stenta a fare il salto di qualità. Il tutto è ancora più preoccupante se si pensa che tra pochi mesi la città sarà vetrina del mondo con le Universiadi. Se non si agisce subito, in maniera drastica e risoluta, Napoli farà una grandissima figuraccia.