Striscioni vergogna alla Sanità: è davvero necessario abbassarsi a questo livello?


Che il calcio sia diventato un mondo malato, mosso da odio e agonismo perverso e dannoso è cosa ormai accertata e certificata da fatti concreti e reali. I cori beceri, gli striscioni che inneggiano a tragedie umane e disastri naturali, gli scontri, i feriti e le vittime solo perché c’è incongruenza di fede calcistica è solo una parte delle prove schiaccianti del marcio che inonda il mondo del pallone.

E un encomio al calcio malato e sporco è spuntato a Napoli, nel Rione Sanità, dove sono stati esposti degli striscioni che ribadiscono con frasi poco eleganti l’odio contro la Juventus e i juventini. Uno spazio imbrattato da una feroce antisportività, che ha inondato anche la città, è uscita fuori dal perimetro circoscritto degli stadi, rendendo tutti colpevoli di un gesto basso e puerile.

Sia ben chiaro. Che i napoletani siano da sempre vittime di cori beceri e pregiudizi vergognosi, è anche questa cosa saputa e risaputa. Offese da stadio che assumono un carattere discriminatorio così profondo che colpisce tutta la popolazione partenopea, tifosi e non, sfondando i limiti sportivi. E così l’orgoglio di una popolazione è sfregiato da offese come: “colerosi”, “lavatevi con il sapone”, “terremotati” e dulcis in fundo “Vesuvio, lavali con il fuoco”.

Nessuna attenuante per questi gruppi di pseudo-tifosi, che di calcio ed educazione non hanno mai capito niente. Gli stessi che stasera a Bergamo, nel posticipo contro il Napoli, hanno promesso che intoneranno cori vergognosi di matrice razziale solo per il gusto di farlo. Gusto perverso e insano, ribadiamo.

Quindi che i napoletani ne abbiano un po’ piene le scatole di tutta questa feccia, ci può anche stare. È ovvio, scontato e prevedibile. Ma abbassarsi ai livelli di questi malati da stadio e anzi fare di più, renderli così importanti al punto tale da farli diventare motivo principale nell’allestire una parete di odio e di offese, è una cosa gravissima. Che non rispecchia lo stile napoletano.

La Digos sta già indagando, e la pena che verrà inflitta sarà simile a quella destinata a coloro che negli stadi si rendono autori di cori beceri e offensivi. Ed è giusto così. Perché la giustizia sia uguale per tutti, senza guardare a quale colore sportivo debba essere destinata.

Non è questo il modo né per difendersi né per rispondere ai cori da stadio. “Meglio una moglie t***a, un figlio fr***o che essere juventino” o ancora “Non  l’ho uccisa perché mi tradiva ma perché ho scoperto che era juventina”, sono frasi vergognose che non colpiscono solo i tifosi bianconeri, ma invadono altri campi sociali, altri problemi e difficoltà odierne, come la violenza sulle donne e l’omofobia, sbeffeggiandoli e sminuendoli.

Se è uno scherzo è davvero di cattivo, anzi, cattivissimo gusto. Non c’è cosa peggiore e più erronea per una vittima, per un gruppo di persone offese da un modo di fare e di agire, controbattere con lo stesso modo offensivo e ignorante. Un rivalsa poco efficacia e decisamente inutile.

Foto di Lucio Girardi


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