Blitz della polizia, Salvini “brucia” l’operazione su Twitter: “Ha messo a rischio tutto”


Matteo Salvini scrive l’ennesimo post su Twitter e scoppia la polemica. L’episodio è accaduto ieri mattina, quando il ministro dell’Interno, intorno alle 9 circa, aveva scritto un tweet in merito ad un’operazione degli agenti della squadra mobile di Torino. Le forze dell’ordine stavano per mettere a segno un importante colpo contro un’organizzazione di stampo mafioso con componenti di origine nigeriana. Come accade spesso in questi casi, chi è al governo elogia l’operato svolto dalle forze dell’ordine sui vari canali social.

Questa volta, però, il “cinguettio” di Salvini ha mandato su tutte le furie il procuratore capo Armando Spataro. “Salvini è intervenuto mentre l’operazione era ed è ancora in corso – scrive Spataro in un comunicato – con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa. La diffusione della notizia – prosegue – contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato“.

L’operazione, insomma, ha rischiato fallire proprio per colpa del tweet di Salvini, stando alle parole di Spataro. La replica, piuttosto piccata, del leader della Lega non è tardata ad arrivare: “Basta parole a sproposito. Inaccettabile dire che il ministro dell’Interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti – infuria Salvini -. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato“.

Il ministro dell’Interno, poi, durante una diretta Facebook, si è giustificato dicendo che era stato informato dell’operazione alle 7 circa di ieri, e che ogni giorno riceve informazioni sulle operazioni messe a segno dalle forze dell’ordine. Non si tratta comunque della prima volta che avviene un “cortocircuito” del genere. Nella precedente legislatura, infatti, alla guida del Viminale c’era Angelino Alfano, protagonista di un episodio simile a questo. Era il giorno dell’arresto di Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. Alfano annunciò su Twitter il buon esito dell’operazione, per poi ricevere le critiche del procuratore capo di Bergamo, Fancesco Dettori: “Era intenzione della procura mantenere il massimo riserbo”. In quel caso però l’allora sospettato era già in mano alle forze dell’ordine.


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