La città di Napoli è considerata la provincia che accoglie il maggior numero di stranieri extra U.E., si calcolano circa 82.312 immigrati presenti sul territorio partenopeo e a seguire c’è la provincia di Caserta, arrivando ad ospitare circa 27.331 persone, mentre la provincia di Salerno arriva ad ospitare 23.114 cittadini extra U.E.
Per quanto concerne, le altre province di Benevento e Avellino sembrano essere le meno ambite della popolazione immigrata .Tuttavia, ad ospitare il maggior numero di immigrati, sembra essere la Lombardia e a seguire Lazio ed Emilia Romagna: mentre la Campania scende di un posto, arrivando al 7 posto su 11 regioni che vedono all’ultimo posto la Basilicata e la Calabria.
A questo punto ci si domanda: perchè così tanti immigrati nella penisola Italiana? Queste persone scappano dai loro paesi in cui c’è la guerra, nonchè un’instabilità politica e sociale o per la miseria, che non permette loro di condurre una vita serena o adeguata. Scappando dai loro paesi, queste persone cercano una vita più dignitosa tentando la fortuna in altri paesi. Tra gli stranieri maggiormente presenti in Campania troviamo il maggior numero di ucraini, rumeni e marocchini, mentre agli ultimi posti troviamo i dominicani, pachistani e moldavi.Il lavoro, che possa essere autonomo o subordinato, rappresenta il motivo per cui c’è un confluire di immigrati: in Campania sono circa il 71,9% ed i lavori più gettonati sono nei servizi, nell’industria ed in particolare nell’edilizia e in agricoltura.
Sorge spontanea una seconda domanda: ma gli immigrati sono una “fonte di ricchezza” per l’Italia? A tale domanda, risponde Laura Boldrini durante l’inaugurazione dell’Università per stranieri presso Perugia: “La grande novità è che oggi il mondo ce l’abbiamo in casa, quale grettezza sta nella testa di chi vede i fenomeni migratori come un’invasione. Noi siamo più italiani quando ci confrontiamo con gli altri”. “Gli emigrati sono l’avanguardia umana della globalizzazione, di uno stile di vita che presto sarà molto diffuso. Noi da loro dobbiamo guardare, nel futuro le persone saranno sempre meno legate al loro fazzoletto di terra”.