I pini del Vesuvio stanno morendo: nuova minaccia per i nostri alberi


Gli incendi che hanno devastato il Vesuvio nell’estate del 2017 hanno lasciato segni indelebili sulla nostra terra: quelle che erano aree verdi ora sono distese di carbonelle. Fortunatamente, però, la natura sta lentamente riconquistando ciò che l’uomo aveva sottratto e lentamente nuove piante stanno nascendo dove prima c’era solo distruzione. Questo è avvenuto non solo per opera naturale, ma anche e soprattutto grazie all’aiuto di tanti volontari che hanno lavorato in prima linea per simili traguardi.

L’associazione Primaurora è stata fra le prime a dedicarsi alla salvaguardia di quel che restava del Parco del Vesuvio, con attività concrete volte a ripiantare alberi e piante. Oggi, però, l’associazione ha lanciato un nuovo allarme. Sulla pagina Facebook ufficiale è stata pubblicata una foto sconcertante: i giovani pini che a fatica stavano ricrescendo fra la cenere stanno lentamente morendo.

I piccolissimi arbusti si stanno rinsecchendo prima ancora di innalzarsi. Secondo gli esperti dell’associazione la causa potrebbe essere il  “Toumeyella parvicornis”, un parassita noto come cocciniglia del Pino. Si tratta di una vera e propria piaga per i nostri alberi: i pini adulti attaccati da tale parassita vengono lentamente indeboliti e privati delle sostanze nutritive utili alla crescita.

Gli esemplari adulti possono sopravvivere a tale infezione, pur restandone fortemente danneggiati, ma è evidente che quando vengono attaccati esemplari “neonati” il risultato si traduca nella morte della pianta, non ancora in grado di resistere. Molti grossi alberi sopravvissuti agli incendi erano affetti dal parassita ed è probabile che abbiano infettato subito i nuovi esemplari.

Qualunque sia la causa è importantissimo che si prendano provvedimenti urgenti per arginare o eliminare una simile morìa: se questi piccoli fuscelli non riescono a trasformarsi in alberi è improbabile che il Vesuvio possa venire nuovamente ripopolato dal pino, andando quindi incontro ad una vera e propria desertificazione.


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